Incoraggiare all’integrazione culturale, leggere per accettare la multiculturalità
Come lo spiega molto bene l’autrice ebrea Lia Levi, che da bambina ha vissuto in prima persona ciò che sente una vittima del razzismo, la cultura della conoscenza è il solo contesto nel quale possa svilupparsi l’integrazione. La lettura è un modo di confrontarsi, di imparare a rispettare le differenze, di approfondire il proprio spirito critico ed accrescere la capacità di riflessione aiutandoci a comprendere meglio noi stessi e gli altri, sempre mantenendo la prospettiva della condivisione di uno spazio e l’integrazione delle diversità.
La paura dell’altro per ignoranza ci impedisce di apprezzarne la bellezza e ci preclude la possibilità di imparare dall’altro e dal confronto che deriva dall’incontro. “Non dobbiamo avere paura delle differenze, la differenza è la vera ricchezza reciproca, è scambio, movimento, vita, è l’unica alternativa valida che ci salvi dal pericolo di trasformarci in massa”, in queste parole Lia Levi riassume la grande ricchezza che scaturisce dalla differenza e che è a nostra disposizione in una collettività oramai caratterizzata dal multiculturalismo.
La società multietnica nella quale viviamo ci mette volente o nolente in relazione culture diverse e l’integrazione tra le stesse non è sempre evidente. L’Italia non è un’eccezione, basti pensare che gli stranieri regolarmente residenti nel nostro paese superano i cinque milioni ed il loro contributo in termini di lavoro risulta ancora essere determinante per settori come l’edilizia, i trasporti e l’agricoltura. Ad ogni modo per la maggior parte degli italiani, gli immigrati, che siano regolari e non, rappresentano una minaccia, soprattutto con il perdurare della crisi che già di suo accresce l’angoscia di impoverirsi. Non siamo ancora pronti ad affrontare il tema della migrazione come opportunità di crescita e arricchimento per il nostro paese.
I mass media ed in generale le fonti di studio e di informazione sono mezzi di conoscenza che permettono di implementare la cultura del rispetto dell’altro, la paura nei confronti dell’altro, del diverso cresce in maniera proporzionale al livello di disinformazione, così come parallelamente l’accesso all’informazione permette di sfatare timori e pregiudizi aumentando i benefici dell’interazione culturale e del miglioramento reciproco del processo di integrazione.
In tal prospettiva, abbiamo scelto tre testi che parlano di migrazioni e multiculturalità, i quali ci aiuteranno a capire meglio le dinamiche dell’incontro multiculturale stimolando la riflessione su questo tema, che per l’importanza che assume nell’attualità non può più essere messo da parte.
Il primo “Minoranze e multiculturalismo nell’Italia contemporanea. Una prospettiva storica-sociologica” scritto da Luca Bussotti, docente Universitario in Mozambico, appassionato da sempre di filosofia, storia e sociologia, tratta delle minoranze linguistiche, delle differenze culturali risultato dei flussi migratori e la questione della condizione delle donne nella società italiana contemporanea. I temi affrontati, anche per la loro rilevanza sulle decisioni della politica attuale, vengono sviluppati nel testo attraverso un’analisi sociologica di confronto con simili situazioni europee ed internazionali. L’autore segue anche l’evoluzione storica del fenomeno nel nostro paese, che probabilmente ha considerato lo sviluppo di una società multiculturale relativamente tardi, rispetto ad altri pasi come Inghilterra e Francia che hanno avuto la possibilità di sperimentare nel tempo modelli di integrazione adguati.
Il secondo “Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare l’Italia, gli italiani e gli immigrati”, scritto da Luigi Manconi, sociologo e attuale docente di Sociologia dei Fenomeni Politici allo Iulm di Milano, e Valentina Brinis, da sei anni ricercatrice per “A Buon Diritto”, laureata in Sociologia, che attualmente si occupa di immigrazione e nello specifico di richiedenti asilo e rifugiati. Secondo quanto sviluppato nel testo la tesi sostenuta dagli autori è che la unica opzione per il nostro paese è accogliere tutti, una soluzione forse geniale per gli immigrati, ma il messaggio trasmesso vale soprattutto per gli italiani. I ragionamenti, sui quali gli autori si focalizzano, partono da dati e fatti realmente accaduti. La tesi portata avanti nel testo parte dalla considerazione che gli immigrati nel nostro paese rappresentano più un’opportunità di rinnovamento che uno svantaggio per gli italiani, considerando il sistema produttivo in crisi e le politiche di Welfare indebolite. Spesso si dimentica che l’economia e la società hanno esigenze specifiche per le quali l’influenza degli immigrati è necessaria, se non indispensabile.
Il terzo, “Integrazione. Il modello Italia” è frutto di una collaborazione tra Lorenzo Bini Smaghi, economista, Gianpiero Dalla Zuanna, professore ordinario di Demografia all’Università di Padova, Umberto Eco, che non ha bisogno di presentazioni ed Andrea Riccardi, storico e fondatore della comunità di Sant’Egidio. Questi autorevoli esperti hanno unito le loro personali conoscenze ed esperienze per riflettere su un possibile “modello italiano” per le politiche di integrazione, che tenga conto delle caratteristiche demografiche ed economiche, della storia e della tradizione culturale del nostro Paese. Leit motiv del testo è la spontaneità con cui l’integrazione si presenta attualmente ai nostri occhi nelle famiglie, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle associazioni, negli enti locali. Unico ritardatario nella presa di coscienza che questo fenomeno esiste nella realtà italiana è lo Stato, non ancora in grado di gestire a livello legislativo l’immigrazione, con opportune politiche di integrazione.
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