Intervista a Penelope delle Colonne, autrice di “Vodka&Inferno”

Intervista a Penelope delle Colonne, autrice inedita di Vodka&Inferno ed. Milena in uscita il prossimo marzo 2016, a cura di Gaetano De Colibus.

G: Ciao Penelope o, come dici sempre tu, baci di Luna.
P: Baci di Luna a te.

G: Questa è la tua prima intervista?
P: Per me è sempre la prima.

G: Dunque ci siamo, a Marzo 2016 sarà pubblicato il Vodka&Inferno?
P: Dopo parecchie traversie, ci siamo.

G:  Dicono che sei molto amata nel web, un fenomeno dei social, ma nello stesso tempo anche detestata.
P:  L’importante è non provare odio. Io non provo odio.

G: La tua scrittura è molto criptica, vuoi parlarci dei tuoi modelli?
P: Thomas Mann ha aperto la strada, Emily Dickinson mi ha presa per mano e poi tanti e tanti altri tra cui Tolstoj, Palahniuk e anche Isabella Santacroce.

G: Com’è nato Vodka&Inferno?
P: Ho creato Viktor a tredici anni. A venti l’ho trasformato da cyborg e vampiro. Oltre mi sono chiesta: se io potessi vivere per sempre non mi destinerei certo all’eterna solitudine. No, anzi, porterei con me tutti i miei cari, cercherei di raggiungere il massimo potere, la massima ambizione. Ed ecco che è nato Viktor e il Vodka&Inferno.

G: Viktor è un personaggio che o si ama o si odia…

P: Viktor è viziato, egocentrico, impietoso, iracondo ma sotto sotto fragile, debole e ha bisogno solo di qualcuno che lo comprenda.
G: Come Frattaglia?
P: Esattamente.

G: Cosa ti auguri dopo la pubblicazione del libro?
P: Che lo leggano in molti ma non tutti. Perché tutto è come niente e non vorrei che i miei figli di carta finissero nelle mani di chi non comprende o non vuole comprendere. Sono una madre apprensiva e gelosa. Per me è un grande passo pubblicare, mandarli in giro per il mondo senza tenerli per mano.

G: Vuoi dire qualcosa liberamente per concludere questa intervista?
P: Sì: vi amo tutti nell’inudibile bontà del creato.