Le api non vedono il rosso: recensione del romanzo di Giorgio Scianna
Il lavoro narrativo di Giorgio Scianna, Le api non vedono il rosso, pubblicato da Einaudi, prende avvio con un’immagine di disarmante quotidianità: un ingegnere versa le crocchette al gatto, convinto di trascorrere una domenica ordinaria, mentre a Lecce — lontano mille chilometri — una bambina di quattro anni viene travolta da un’auto senza conducente.
Da quell’istante la normalità implode, poiché la vettura è stata progettata proprio da quel professionista, Giulio, che da progettista rispettato si ritrova improvvisamente indagato per omicidio.
Attorno a lui, la famiglia, gli avvocati e il brusio dell’opinione pubblica compongono un coro ininterrotto di domande cui nessuno sa dare una risposta definitiva. Il romanzo inchioda il lettore a un interrogativo universale: cosa significa davvero essere responsabili delle proprie azioni in un’epoca in cui gli algoritmi prendono decisioni al nostro posto?
Contesto narrativo e incipit sconvolgente
L’autore colloca l’evento cardine all’inizio, conferendo al testo un ritmo che, pagina dopo pagina, alterna sezioni riflessive a momenti dal respiro più ansioso. L’adozione di un’auto a guida autonoma come motore della vicenda appare tutt’altro che casuale: la tecnologia, che in teoria dovrebbe ridurre l’errore umano, diventa qui il detonatore di una tragedia che fa vacillare certezze consolidate.
La scelta di rendere il tutto quasi inevitabile — la bambina corre in strada, il veicolo procede come da programma — lascia emergere il nocciolo morale della storia, ponendo una lente di ingrandimento sulla fragilità dei modelli di sicurezza che affidiamo alle macchine.
Responsabilità individuale e collettiva nell’era dell’automazione
Il romanzo, pur mascherato da vicenda privata, si propone come riflessione ampia sulla responsabilità di chi sviluppa tecnologie destinate a operare senza supervisione costante. Al di là degli aspetti giuridici, la questione è eminentemente etica: se un algoritmo decide, chi risponde dell’errore?
Lo spazio narrativo diventa così arena in cui confliggono necessità di progresso e dovere di tutela, senza concedere soluzioni univoche.
Quando l’algoritmo guida le nostre vite
L’incidente scoperchia un vaso di Pandora che va oltre la cronaca. Il lettore viene invitato a interrogarsi sui criteri con cui le macchine “decidono” e sulla fiducia, spesso cieca, riposta nell’automazione diffusa. Chi stabilisce la priorità, qualora sorga un conflitto imprevisto?
Le api non vedono il rosso si rivela opera di notevole densità tematica, capace di coniugare una trama incalzante a un’indagine lucida sulle responsabilità che gravitano attorno a chi progetta il futuro.