I sette corvi: recensione del romanzo di Matteo Strukul
I sette corvi, di Matteo Strukul, trasporta il lettore in un luogo remoto, avvolto da neve e silenzi inquietanti. Corre l’anno 1995, e la piccola Rauch, sperduta tra le Alpi Venete, diventa teatro di un omicidio raccapricciante: la giovane insegnante Nicla Rossi viene trovata morta in circostanze che fanno rabbrividire la polizia locale. Questo romanzo combina paesaggi estremi con un’investigazione colma di tensione, dando vita a una trama che cattura fin dalle prime pagine.
L’ambientazione misteriosa
La Val Ghiaccia, con la sua gola isolata e le distese innevate, rappresenta uno sfondo affascinante per le vicende del libro. La natura selvaggia e le temperature ostili accentuano il senso di isolamento, quasi a voler suggerire che ogni segreto possa rimanere sepolto sotto strati di ghiaccio. Il freddo diventa un personaggio silente, uno spettro che accompagna costantemente i protagonisti e rende l’atmosfera ancora più tesa.
Zoe Tormen e Alvise Stella
A condurre le indagini troviamo Zoe Tormen, ispettrice dai modi decisi e grintosi, e Alvise Stella, medico legale. Due personalità opposte, costrette a collaborare in uno scenario macabro: l’omicidio di Nicla ha particolari che evocano la presenza di un serial killer. L’evoluzione del rapporto tra Zoe e Alvise offre momenti di attrito, ma anche spunti di riflessione sul modo in cui ognuno percepisce la realtà che lo circonda.
Il male di Rauch
Sotto la patina candida delle montagne si cela un male profondo. Voci antiche, leggende che si mescolano a sete di vendetta, riemergono dalle storie della valle. I corvi, figure simboliche che danno il titolo al romanzo, sembrano accompagnare ogni svolta, quasi fossero presenze sinistre. Il passato diventa una chiave indispensabile per interpretare gli eventi e penetrare gli oscuri motivi che hanno spinto il killer all’azione.
Un thriller pieno di tensione
Matteo Strukul costruisce un intreccio serrato, in cui ogni dettaglio si rivela prezioso per sciogliere i nodi della vicenda. Lo stile narrativo, fluido e diretto, abbraccia descrizioni incalzanti e dialoghi intensi che mantengono alto il ritmo. L’alternanza tra il fascino cupo della montagna e la determinazione degli investigatori rende la lettura avvincente.