La casa dei silenzi: recensione del romanzo di Donato Carrisi
Nel suo romanzo La casa dei silenzi, Donato Carrisi ci conduce in una Firenze oscura e carica di misteri. Il protagonista, Pietro Gerber, è un ipnotista noto come “l’addormentatore di bambini”, un titolo che evoca già il senso di vulnerabilità che attraversa tutto il romanzo. In un crescendo di tensione psicologica, Carrisi ci immerge in una storia dove il confine tra sogno e realtà si dissolve, lasciando il lettore sospeso in un’atmosfera di incubi tangibili. Matias, il giovane paziente di Gerber, diventa il catalizzatore di un enigma che sembra coinvolgere non solo il suo mondo interiore, ma anche quello del suo ipnotista.
La trama: un viaggio nei meandri della mente
La storia si snoda attorno alla figura di Matias, un bambino di nove anni tormentato da un sogno ricorrente: la presenza di una donna misteriosa, silenziosa, vestita di scuro. Questa figura, che avrebbe dovuto essere confinata nel mondo dei sogni, si fa sempre più reale, quasi tangibile. La paura di addormentarsi e di incontrarla nuovamente lo porta a un livello di angoscia estrema, e sarà compito di Gerber tentare di spezzare questo incantesimo oscuro.
Ma non è solo Matias a essere catturato in questa spirale. Anche Pietro inizia a percepire che qualcosa di più profondo si nasconde dietro la facciata dei sogni del bambino. E quella figura silenziosa, che dovrebbe esistere solo nella mente del suo giovane paziente, sembra insinuarsi lentamente anche nella sua vita. Gerber si troverà a confrontarsi con i suoi demoni personali, in un intreccio che scava nelle profondità dell’inconscio.
Un protagonista tormentato
Pietro Gerber è un personaggio complesso, segnato dal suo passato e dalla sua professione. Carrisi lo dipinge come un uomo intrappolato tra due mondi: quello della veglia, dove è costretto a confrontarsi con la solitudine della sua casa, e quello dei sogni, dove il caos sembra dominare. Gerber è un ipnotista, ma in La casa dei silenzi, è come se lui stesso fosse l’ipnotizzato, trascinato in un vortice dal quale non riesce a scappare. La sua casa diventa una metafora di quel silenzio opprimente che si annida nel suo cuore.
La signora silenziosa: chi è veramente?
Uno degli elementi più affascinanti del romanzo è la figura della signora silenziosa. Inizialmente, appare come un semplice prodotto della mente di Matias, un’ombra che vive solo nei suoi incubi. Ma con l’avanzare della trama, il lettore comincia a chiedersi se questa donna non sia qualcosa di più. Carrisi mantiene il mistero su di lei fino alla fine, costruendo una suspense che tiene incollato il lettore, mentre ci si domanda: è un’entità sovrannaturale o forse rappresenta una parte del passato che Gerber ha cercato di dimenticare?
La narrazione in La casa dei silenzi è soffocante e coinvolgente, con descrizioni vivide che riescono a trasportare il lettore in un mondo di incubi che sfumano nella realtà. L’uso sapiente dei suoni, come il “ronzio di un immenso sciame di insetti”, contribuisce a rendere palpabile l’angoscia che pervade ogni pagina. Lo stile di Carrisi è fluido e tagliente, ogni parola sembra calcolata per mantenere il lettore sospeso in un fragile equilibrio tra razionalità e paura.