La lista delle cose sospette: recensione del romanzo di Jennie Godfrey

La lista delle cose sospette, scritto da Jennie Godfrey, ci trasporta nello Yorkshire del 1979. Un periodo segnato da proteste, malcontento e cambiamenti politici, in cui il governo ha interrotto la fornitura di latte gratuito nelle scuole, generando malumori diffusi. Su questo sfondo già carico di incertezze si staglia l’ombra di un serial killer, responsabile dell’uccisione di giovani donne.

La comunità, atterrita da questi omicidi, vede emergere due protagoniste inaspettate: Miv e la sua amica Sharon, pronte a improvvisarsi detective. Il desiderio di proteggere la propria vita quotidiana e la speranza di mantenere saldo il loro legame di amicizia forniscono la spinta iniziale a un’avventura che cambierà il modo di guardare gli adulti e i loro segreti.

Uno sguardo sul contesto della storia

Lo scenario sociale delineato da Jennie Godfrey riflette una fase di contrasti all’interno della società inglese. Nel frattempo, un omicida seriale getta un’ombra ancora più cupa sulle strade dello Yorkshire, costringendo intere famiglie a temere per la propria incolumità. In un clima di diffidenza e paura, si creano spaccature tra i vicini, e la possibilità di trasferirsi altrove diventa un’ipotesi sempre più concreta per molti, compresa la famiglia di Miv.

Miv e la voglia di fare giustizia

Miv ha dodici anni. Di fronte a un pericolo incombente, la ragazzina non riesce ad accettare passivamente l’idea di abbandonare tutto, specialmente la preziosa amicizia con Sharon. Sorretta dalla determinazione e dalla sua intraprendenza, decide di indagare per proprio conto, stilando con Sharon una lista di tutte le “cose sospette” che riguardano gli uomini della zona.

Il proprietario pakistano dell’alimentari all’angolo, spesso vittima di vandalismi, attira la loro attenzione. Il professore più burbero della scuola, sempre pronto a sgridare gli studenti, finisce anch’egli tra i sospetti. Pian piano, il loro elenco si allunga, mentre Miv osserva con occhi nuovi la comunità che la circonda.

Un ritratto di pregiudizi e segreti

Il romanzo non si limita alla ricerca di un killer nascosto tra la gente. Attraverso lo sguardo di Miv, il lettore assiste a quanto possano essere ingiustificate le malelingue e a come certe dicerie si trasformino in reali atti di cattiveria.

Man mano che le indagini procedono, la protagonista scopre che ogni persona custodisce storie complesse, non sempre in linea con la facciata mostrata agli altri. Tra pettegolezzi, silenzi e mezze verità, l’autrice mette in luce l’ipocrisia di alcuni, rivelando come la paura possa alimentare sospetti che spesso feriscono chi non ha alcuna colpa.

I motivi per leggere La lista delle cose sospette

Questa storia racchiude il fascino tipico dei romanzi ambientati in cittadine all’apparenza tranquille, dove ognuno sembra nascondere qualcosa. L’autrice propone diversi momenti di tenerezza, specialmente quando Miv e Sharon escogitano metodi fantasiosi per scoprire la verità. La scrittura appare scorrevole, mentre la voce narrante regala una certa leggerezza pur affrontando temi delicati.

Un libro consigliato a chi ama le storie in cui la semplicità incontra il dramma di eventi dolorosi, mostrando che un cuore giovane può rivelarsi capace di grandi azioni.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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