Le tre del mattino, di Gianrico Carofiglio: recensione del romanzo

C’è un momento nella vita di ogni persona in cui tutto sembra rivelarsi all’improvviso, un istante in cui si riescono a vedere le cose sotto una luce diversa, come se si scoprisse qualcosa che è sempre stato lì ma mai veramente compreso. Le tre del mattino, di Gianrico Carofiglio, racconta proprio questo tipo di trasformazione: un viaggio breve ma capace di cambiare profondamente due persone, un padre e un figlio che finalmente si incontrano, nel senso più autentico del termine.

Il racconto di un legame riscoperto

Il protagonista è Antonio, un liceale introverso e diffidente. Suo padre è un matematico brillante, ma distante. I due non si conoscono davvero, la loro vita è stata sempre segnata da silenzi e incomprensioni, come due linee parallele che non si incontrano mai.

Tutto cambia in un insolito viaggio a Marsiglia, dove si ritrovano costretti a trascorrere due giorni e due notti senza dormire. Questo tempo condiviso diventa un’opportunità inaspettata: nelle ore più intime della notte, fra strade deserte e angoli nascosti della città, padre e figlio si scoprono più simili di quanto credessero.

Marsiglia: una cornice viva e pulsante

Gianrico Carofiglio sceglie Marsiglia come sfondo per la storia, e non è una scelta casuale. La città, con i suoi quartieri, il mare che si infrange contro le scogliere e la vita notturna che non si ferma mai, diventa un personaggio a sua volta.

Ogni vicolo, ogni luogo che i protagonisti attraversano, tutto contribuisce a costruire un’atmosfera di avventura e introspezione. Marsiglia non è solo il contorno, è il campo di gioco su cui Antonio e suo padre imparano a capirsi e a condividere le proprie fragilità.

L’evoluzione del rapporto padre-figlio

Le dinamiche familiari sono il cuore pulsante del romanzo. In due giorni senza sonno, Antonio e suo padre attraversano momenti di tensione, risate condivise, silenzi carichi di significato. Si mettono alla prova e imparano a guardarsi con occhi nuovi.

Il padre, che fino a quel momento era apparso ad Antonio come una figura distante, quasi irraggiungibile, si rivela una persona fragile e piena di rimpianti, ma anche capace di sorprendere. Il passaggio più toccante è quando Antonio osserva il padre suonare il pianoforte. In quel momento, il suo orgoglio per lui emerge, un sentimento che non aveva mai espresso prima.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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