L’enigma della maschera: recensione del romanzo di Paolo Lanzotti
La cornice veneziana del 1754 offre uno scenario ricco di fascino in questo romanzo di Paolo Lanzotti. L’enigma della maschera invita il lettore a perdersi nelle calli oscure e nei sontuosi salotti della Serenissima, mentre la trama si dipana tra delitti misteriosi e mosse astute.
Al centro di ogni evento c’è Marco Leon, ex agente dell’Inquisizione di Stato dall’animo nobile, che aspira a una vita tranquilla come bibliotecario ma viene richiamato in azione dal passato che bussa alla porta. La penna di Lanzotti, con descrizioni dettagliate e una narrazione avvolgente, trasporta chi legge in un’epoca fatta di intrighi e passioni, conferendo spessore ai personaggi e alle loro motivazioni.
Una Venezia misteriosa
La città lagunare appare come un labirinto di palazzi austeri e canali avvolti da una foschia che pare dare vita a ombre furtive. L’atmosfera cupa alimenta la percezione di potenziali inganni, mentre i riflessi dell’acqua rimbalzano sui marmi antichi.
Grazie a descrizioni vivide, si scopre una Venezia segnata dall’uso costante delle maschere e da luci tremolanti che incorniciano i viottoli. Tra i luoghi più inquietanti si staglia il Lazzaretto Vecchio, baluardo contro le epidemie e fonte di inquietudine collettiva. L’autore sfrutta questa ambientazione per rievocare timori, sospetti e contrasti che emergono di continuo, mantenendo viva l’attenzione del lettore.
Il richiamo dell’Inquisizione
La quotidianità di Marco Leon, ex membro degli Angeli Neri, subisce uno scossone quando l’inquisitore Alvise Geminiani lo contatta per fargli riprendere le indagini. L’assassinio di Fabio Groggia, sicario dalla reputazione oscura, solleva dubbi sul possibile coinvolgimento di un patrizio veneziano di alto rango, Enea Dorigo.
In breve tempo, nuovi omicidi si sommano al primo, generando un complesso reticolo di indizi che conduce verso Eugenio Flores, socio in affari di Dorigo. In questo contesto, Marco non può più ignorare l’abilità investigativa che un tempo l’aveva reso un agente formidabile e si ritrova a districarsi fra rivelazioni scomode, corridoi segreti e timori mai sopiti.
Personaggi e atmosfere
Le figure che popolano il romanzo sono caratterizzate con attenzione e profondità. Marco Leon, diviso tra il desiderio di serenità e la passione per l’azione, incarna un individuo tormentato, eppure pronto a rimettersi in gioco quando il dovere lo esige.
Al suo fianco si distingue Marion, compagna e confidente che ne condivide il tormento interiore, mentre l’inquisitore Geminiani si erge a simbolo di un potere disposto a tutto pur di preservare la stabilità della Repubblica.
Alle loro spalle incombono segreti legati a Fabio Groggia, Enea Dorigo e Eugenio Flores, i quali sembrano muoversi come pedine su una scacchiera disseminata di minacce e trappole. La scrittura di Lanzotti, con toni cupi e dettagli precisi, conferisce un’aura magnetica a ogni viuzza veneziana, attirando il lettore verso zone d’ombra colme di enigmi.