Finte librerie: la moda dei volumi creati da artigiani specializzati
I libri, oggi, non sono solo oggetti di lettura, ma veri e propri elementi di design. Le copertine realizzate con materiali pregiati, i decori raffinati e le scelte cromatiche mirate trasformano i libri in complementi d’arredo che valorizzano ambienti e pareti. Una tendenza emergente prevede anche l’uso di volumi finti, creati ad hoc da artigiani esperti, per arricchire le librerie. Questa pratica, in realtà, affonda le sue radici nel XIX secolo.
L’evoluzione delle librerie finte
Le librerie finte non sono una novità. Già nel XIX secolo, intellettuali e artisti utilizzavano libri finti per decorare le loro case, con un pizzico di ironia. Uno degli esempi più noti è Charles Dickens, famoso scrittore inglese. Dickens creava librerie fittizie con titoli umoristici e giochi di parole, arricchendo la sua collezione personale e divertendo gli ospiti.
Charles Dickens e la sua libreria finta
Dickens, per le sue librerie fittizie, si affidava a Thomas Robert Eeles, un abile rilegatore. In diverse occasioni, Dickens richiese la realizzazione di scaffali speciali per la sua casa a Londra, Tavistock House. In una lettera dettagliava la posizione dei volumi e i titoli, tutti frutto della sua immaginazione.
Alcuni titoli, come Storia di una breve causa in tribunale, strappano un sorriso anche oggi. I volumi erano solo copertine, senza contenuto, un dettaglio che rivelava l’ironia dello scrittore. In una lettera del 17 novembre 1851, Dickens esprimeva la sua soddisfazione per il lavoro di Eeles, elogiandone la rapidità e la qualità.
La biblioteca di Chatsworth House
Un altro esempio celebre di libreria finta è la biblioteca di Chatsworth House, una storica residenza nel Derbyshire, Inghilterra. Qui, accanto a testi autentici, ci sono 100 titoli inesistenti che compongono la cosiddetta Biblioteca invisibile. Questa collezione fu ideata nel 1831 dal sesto Duca di Devonshire, che collaborò con lo scrittore Thomas Hood per creare titoli divertenti. La biblioteca finta di Chatsworth serviva anche a nascondere porte segrete che conducevano a passaggi nascosti.
Nel 1960, la Duchessa Deborah aggiunse una nuova porta segreta e altri titoli immaginari, con l’aiuto di Patrick Paddy Leigh Fermor, scrittore di viaggi e amico di famiglia. Questa collaborazione tra letterati e nobiltà diede vita a una collezione unica, intrisa di humor e creatività.
Il fascino delle librerie finte
Ma perché creare una libreria finta? Non per ostentare erudizione, ma per condividere un sorriso complice con gli ospiti. Le librerie finte diventano così simboli di intelligenza e umorismo, offrendo uno sguardo nel mondo interiore dei loro creatori. Sia Dickens che il Duca di Devonshire usavano le loro collezioni per divertire e sorprendere i visitatori, dimostrando che, a volte, l’apparenza può essere più intrigante della realtà.
Le librerie finte, che oggi impreziosiscono case moderne, hanno una lunga tradizione di ingegno e ironia. La creazione di questi volumi fittizi rivela un desiderio comune: stupire, divertire e condividere un momento di leggerezza con chiunque abbia la curiosità di esplorarle.