I giorni del vulcano: recensione del thriller di Ragnar Jónasson

In Islanda, dove la natura selvaggia svela la sua bellezza, il thriller I giorni del vulcano di Ragnar Jónasson si ambienta tra i misteriosi fiordi del Nord, intrecciando segreti, violenza e vendetta. In una tranquilla giornata di giugno, il ritrovamento di un cadavere, accanto a una casa in costruzione, scuote la quiete del piccolo villaggio di Siglufjörður. Chi ha colpito brutalmente Elías Freysson, lasciandolo senza vita accanto al suo furgone? Ari Thór, il giovane poliziotto della zona, si ritrova a seguire un caso che, fin da subito, appare più oscuro di quanto sembri.

Un mistero tra luce e oscurità

La storia, che si svolge durante il periodo delle notti bianche islandesi, è avvolta da un’atmosfera unica, dove il confine tra giorno e notte sfuma, riflettendo perfettamente l’ambiguità dei personaggi e delle loro intenzioni.

Ari Thór si trova ad affrontare un’indagine che lo porta a mettere in dubbio l’apparente rispettabilità di Elías Freysson, un uomo impegnato in attività benefiche e parte integrante del progetto di costruzione di un tunnel destinato a rompere l’isolamento della città. Ma dietro la facciata dell’altruismo potrebbero nascondersi segreti inconfessabili?

L’arrivo di Ísrún, inviata da Reykjavík e giornalista dai modi enigmatici, incrementa la tensione della vicenda. Il suo interesse per il caso sembra eccessivo, come se cercasse qualcosa che va ben oltre una semplice notizia. Ma cosa nasconde la sua presenza? Jónasson dipinge Ísrún come una figura sfuggente, capace di destabilizzare i pochi equilibri rimasti a Siglufjörður, già scossa dalle eruzioni vulcaniche che coprono il Sud dell’isola di cenere.

L’anima tormentata di Siglufjörður

Mentre le indagini si complicano, emergono vecchi conflitti e storie dimenticate, portando Ari Thór a indagare nel passato della città e dei suoi abitanti. Un passato che non vuole essere rivelato, come le ceneri dei vulcani che sembrano seppellire ogni traccia di verità. La scrittura di Jónasson è magistrale nel creare un legame tra la natura islandese, aspra e meravigliosa, e le emozioni dei suoi personaggi: rabbia, dolore e segreti che consumano chi li porta dentro.

Il thriller scorre rapido come le acque gelide del fiordo, avvolgendo il lettore in un crescendo di domande. Qual era il vero volto di Elías Freysson? E Ísrún è davvero lì solo per il suo lavoro? Ogni risposta sembra portare a nuove domande, e la tensione cresce, accompagnata dalle suggestioni di un luogo in cui la natura è incredibile.

Le ceneri del passato non possono essere spazzate via, e Ari Thór dovrà trovare il modo di fare luce nell’oscurità, anche quando tutto sembra perduto.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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