Il sentiero perduto delle arance: recensione del romanzo di Nadia Marks

Il sentiero perduto delle arance, di Nadia Marks, invita a immergersi in una dimensione intrisa di profumi e sentimenti. Cipro emerge come un luogo affascinante, dove due famiglie si sostengono a vicenda tra montagne e profumati boschetti di aranci.

Nonostante la diversa fede religiosa, gli abitanti del villaggio si ritrovano legati da un profondo senso di condivisione: le donne custodiscono antiche confidenze all’ombra dei pini, mentre gli uomini collaborano nei lavori più faticosi. In questo ambiente armonioso, Lambros e Orhan crescono come fratelli, scoprendo il valore della lealtà. La loro amicizia, però, subisce una frattura che cambia ogni cosa.

L’anima di Cipro

La narrazione si snoda tra montagne rocciose e sentieri carichi di agrumi, dove il caldo sole mediterraneo abbraccia ogni momento. Il paesino appare quasi sospeso nel tempo: le giornate trascorrono con ritmi lenti, scanditi dal canto degli uccelli e dai racconti tramandati di generazione in generazione.

In questa cornice, la storia di Lambros e Orhan prende forma come un richiamo all’importanza del rispetto reciproco. Le famiglie dei due giovani, unite da un’alleanza antica, mostrano come la solidarietà sappia annullare ogni barriera.

Tradimento e senso di appartenenza

Lo strappo, provocato da un tradimento inaspettato, porta alla rottura di legami che parevano indistruttibili. Il peso di quei ricordi si fa sentire negli anni, segnando la vita di Lambros, che a Londra si ritrova a ripensare a quegli eventi tormentosi.

Mentre racconta alla figlia Stella i momenti più dolorosi del passato, emerge un mosaico di emozioni contrastanti. Da un lato, c’è la nostalgia per i giorni spensierati trascorsi accanto a Orhan. Dall’altro, affiora la consapevolezza che la pace non è mai garantita quando manca la fiducia.

L’eredità di Lambros e Stella

La scelta di Lambros di confidare la sua storia a Stella rappresenta un passaggio verso la riconciliazione. Il viaggio interiore diventa capace di trasformare i ricordi in una luce di speranza. Il romanzo di Nadia Marks invita a riflettere sulla forza del perdono: i segreti possono dividere, ma la volontà di ricucire ciò che è stato spezzato può aprire nuove strade.

In queste pagine, la tradizione incontra il desiderio di cambiamento, rivelando che anche le ferite più antiche possono trovare un rimedio nelle mani di chi è pronto a raccogliere il lascito dei padri.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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