La casa delle voci: recensione del thriller di Donato Carrisi

Il thriller di Donato Carrisi intitolato La casa delle voci trascina il lettore in un vortice di tensione e introspezione. Al centro della narrazione si trova Pietro Gerber, soprannominato l’addormentatore di bambini, che utilizza l’ipnosi come strumento per arrivare negli angoli più remoti della memoria dei suoi giovani pazienti. L’arrivo di una telefonata inattesa cambia le carte in tavola: un’adulta chiede il suo aiuto per scoprire se un ricordo d’infanzia, collegato a un omicidio, corrisponde alla verità o a un inganno della mente.

Pietro Gerber: l’addormentatore di bambini

Pietro è uno psicologo con un talento peculiare. Il suo metodo si basa sull’ipnosi, che applica a bambini segnati da traumi o situazioni difficili. La sua fama lo ha reso un punto di riferimento per gli inquirenti che cercano risposte in memorie offuscate. Ogni parola pronunciata da Pietro durante le sedute possiede un potere evocativo che tocca corde emotive profonde, estraendo dettagli sepolti nelle pieghe della coscienza.

Hanna Hall e i segreti della mente

L’entrata in scena di Hanna Hall, adulta con un passato tormentato, ribalta l’ordinaria routine di Pietro. Il suo vissuto custodisce un ricordo sfocato, ma esplosivo: un presunto omicidio. Pietro, inizialmente incerto, si ritrova a dover varcare confini mai toccati prima. L’abilità dell’ipnosi diventa la chiave per far riaffiorare la bambina che Hanna era un tempo, scardinando certezze e risvegliando timori oscuri.

La casa delle voci: un luogo sospeso

Hanna racconta di un’oasi quasi fiabesca chiamata “la casa delle voci.” Un posto dove i suoni sembrano scaturire da un universo parallelo e la realtà sfiora l’onirico. Qui, la famiglia di Hanna coltivava un’esistenza protetta dal mondo esterno. Eppure, un evento drammatico si annida tra quelle mura. Il passato si mescola a dubbi inquietanti, tingendo l’ambientazione di un’ombra cupa.

Un thriller psicologico avvolgente

Il romanzo si muove come una spirale in costante discesa verso l’ignoto. La maestria narrativa di Donato Carrisi si percepisce nel modo in cui costruisce la tensione, gettando indizi che portano a rivelazioni inattese. L’equilibrio tra il viaggio interiore dei personaggi e l’atmosfera inquietante crea un meccanismo narrativo che coinvolge fino all’ultima pagina. La casa delle voci invita a interrogarsi sui confini della memoria, tra verità e illusioni, lasciando un segno profondo nell’immaginazione di chi legge.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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