La prima regina: recensione del romanzo di Alessandra Selmi
La prima regina, opera di Alessandra Selmi, invita a varcare i cancelli della Villa Reale di Monza e a respirare l’atmosfera dell’Italia post-unitaria. Il romanzo non è soltanto la storia di due destini che si intrecciano: è un affresco capace di catturare gli occhi e il cuore del lettore, grazie a protagoniste scolpite con cura minuziosa e a una narrazione che alterna sussurri di corte a slanci ardenti.
Il fascino dell’Italia post-unitaria
Siamo nel 1868, pochi anni dopo la proclamazione del Regno d’Italia. Le sale dorate di Monza diventano palcoscenico di giochi di prestigio politici e privati. L’autrice tratteggia l’ambientazione con pennellate vivide: carrozze cigolanti sull’acciottolato, abiti di seta che frusciano come ali di farfalla, il brusio dei domestici dietro ogni porta.
Il contesto storico, mai pedante, si fonde con la vita dei personaggi, offrendo al lettore coordinate precise senza trasformare la pagina in manuale.
Nina: dal buio alla luce
Nina irrompe nella storia come una scintilla improvvisa. Umile inserviente, scorge nella penna e nell’inchiostro una via di fuga da un’esistenza di fatica muta. L’incontro con l’anziano maggiordomo, burbero all’apparenza, maestro severo ma giusto, innesca la sua rinascita.
Alessandra Selmi dipinge la metamorfosi di Nina con toni caldi, insistendo sul valore dell’istruzione come strumento di emancipazione e su quell’amore, nato in punta di piedi, che la spinge a guardare oltre le cucine.
Margherita: una corona che si fa trono
Figlia della nobiltà europea, Margherita appare all’inizio come una presenza luminosa, quasi irreale. Il matrimonio con Umberto, principe distaccato, la confina in un ruolo tanto prestigioso quanto asfissiante.
L’autrice del libro dona a Margherita una voce forte, capace di spostare il centro della scena. La futura regina decide di ridisegnare la propria immagine, trasformandosi in icona di eleganza, intraprendenza e carisma. Il popolo, conquistato dalla sua grazia, la elegge ben presto emblema di un’epoca intera.
Struttura narrativa e stile
La scelta di una doppia prospettiva regala al romanzo un ritmo variegato. I capitoli dedicati a Nina, intensi e intrisi di speranza, si alternano a quelli che seguono la vita di Margherita, caratterizzati da riflessioni più solenni.
Chi ama la narrativa storica troverà pane per i propri denti: ricostruzioni fedeli, personaggi secondari credibili, colpi del destino che tengono desta l’attenzione fino all’ultima riga. Chi predilige i percorsi di crescita personale, invece, si riconoscerà nella fierezza di Nina, ragazza che impara a impugnare penna e futuro con la stessa fermezza.
Infine, chi desidera ritratti femminili di spessore rimarrà ammaliato dalla figura di Margherita, principessa capace di trasformare un matrimonio formale in occasione per affermare il proprio valore.