L’angelo del lago: recensione del romanzo di Dario Galimberti

Il romanzo L’angelo del lago, di Dario Galimberti, trasporta il lettore in un autunno del 1935, tra le bancarelle di un vivace mercato a Lugano. Tutto sembra ordinario, almeno fino a quando un giovane gendarme, Albino Frapolli, si ritrova sulle tracce di un ladro. Quel semplice inseguimento, scandito da strade strette e sguardi curiosi, apre la strada a un ritrovamento inquietante.

Gli eventi precipitano quando il corpo senza vita di una ragazza appare in un cortile appartato. Da quel momento, il corso delle indagini coinvolge il delegato di polizia Ezechiele Beretta e mette in moto una catena di eventi che spingono i personaggi oltre i limiti di ciò che credevano possibile.

Un’avventura nel cuore di Lugano

L’ambientazione cittadina, con i suoi quartieri dall’atmosfera variegata, conferisce un’aura di autenticità. Stradine tortuose, caseggiati un po’ malandati e un fitto intreccio di relazioni umane: tutto contribuisce a creare un clima denso di segreti.

In questo contesto, il dialogo interiore di Albino Frapolli rispecchia i dubbi di chi deve scegliere tra l’istinto di proteggere se stesso e la responsabilità di cercare la verità. Il ritmo narrativo alterna momenti di calma apparente a situazioni di forte tensione, creando un vortice di emozioni che cattura fin dalle prime pagine.

Le indagini tra ostacoli e rivelazioni

Frapolli e Beretta, un duo carismatico, procedono con determinazione nonostante gli indizi scarsi e i frequenti depistaggi. Ogni testimonianza apre spiragli inaspettati, mentre l’ambiente circostante svela sfaccettature sempre nuove.

La fiducia reciproca, messa a dura prova da trame nascoste, mostra quanto il lavoro di squadra sia prezioso. Esiste un filo sottile che lega la vittima al rione Sassello, e la verità emerge passo dopo passo, al prezzo di scelte sofferte e decisioni difficili.

L’autore tratteggia personalità sfaccettate. Nessuno è privo di ombre o di slanci d’animo. Il gendarme Albino, con la sua esitazione iniziale, risulta vicino all’esperienza quotidiana di chi deve affrontare l’ignoto. Beretta, più esperto, si mostra abile nel guidare le ricerche, ma i suoi conflitti personali lo rendono ugualmente vulnerabile. Altri personaggi, anche quelli sullo sfondo, completano un quadro in cui paura, coraggio e desiderio di giustizia convivono in modo sorprendente.

Il fascino di una narrazione densa di atmosfera

La scrittura di Galimberti avvolge con dettagli curati che catapultano nell’epoca descritta. I mercatini autunnali, la quotidianità punteggiata di piccoli riti, le tensioni di una realtà cittadina in fermento: ogni elemento si amalgama in un quadro vivido. Il lettore avverte l’urgenza di svelare il responsabile del delitto, ma anche il bisogno di capire gli ingranaggi morali che muovono i protagonisti. La suspense resta alta, sostenuta da svolte inattese che costringono a riconsiderare ogni ipotesi.

L’angelo del lago offre un ritratto di Lugano intriso di mistero. Le indagini conducono a riflettere sulla giustizia e sul prezzo che qualcuno può arrivare a pagare per difenderla. Ogni pagina sprona a voltare quella successiva, alla ricerca di una risposta plausibile, mentre i personaggi rivelano debolezze e passioni sincere.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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