Liberi come la neve: recensione del romanzo di Rita Nardi

Liberi come la neve di Rita Nardi è una storia che tocca profondamente l’anima, soprattutto per chi ha provato quella sensazione di non appartenere a nessun luogo. La protagonista, Nive White, affronta un percorso di scoperta, crescita e, infine, di accettazione. In questo romanzo, l’autrice intreccia il paesaggio innevato del Canada con le emozioni tumultuose di una giovane che ha conosciuto l’abbandono e la solitudine. Con una scrittura delicata e incisiva, Liberi come la neve offre ai lettori un viaggio intenso, fatto di incertezze e speranza.

Un viaggio senza radici

Nive White, orfana dei genitori, ha trascorso la maggior parte della sua vita spostandosi da un paese all’altro, senza mai riuscire a trovare un vero senso di casa. Questo vagare ha modellato il suo carattere: forte, sì, ma anche diffidente, sempre pronta a non farsi coinvolgere emotivamente. Lascia Parigi senza aspettative, convinta che anche il Canada non possa offrirle nulla di diverso.

Eppure, qualcosa cambia subito, una foglia rossa segna il suo arrivo, un simbolo che si collega a una leggenda navajo. L’autrice trasmette magistralmente la sensazione di spaesamento e il contrasto tra il gelo esterno e la possibilità di trovare calore umano.

La famiglia che non ti aspetti

Lo zio Henry e Margareth sono due figure chiave nella vita di Nive. Non sono i genitori che ha perso, ma la loro presenza offre un conforto che da tempo le mancava. Henry rappresenta la stabilità, un rifugio sicuro in mezzo alla tempesta emotiva che Nive sta affrontando.

Margareth, con i suoi pancake e il suo sorriso gentile, diventa il simbolo del calore familiare, qualcosa di cui Nive ha sempre avuto bisogno, anche se non lo ammette apertamente. La scrittrice riesce a creare dinamiche familiari autentiche e toccanti, senza mai cadere nel sentimentalismo.

Hurst: il contrasto che attrae

Hurst, con i suoi occhi grigi e l’atteggiamento distaccato, sembra incarnare tutto ciò da cui Nive cerca di scappare. È misterioso, quasi duro nelle sue prime interazioni con lei. Eppure, c’è una connessione invisibile che si sviluppa, una sorta di attrazione magnetica che li porta a confrontarsi.

Il modo in cui Rita Nardi descrive questo rapporto complesso, fatto di silenzi carichi di significato e sguardi che vanno oltre le parole, rende la loro storia ancora più avvincente. La leggenda della foglia rossa diventa il filo conduttore di questo legame, suggerendo che forse Nive e Hurst non sono solo due anime perdute, ma destinate a trovarsi.

La neve come metafora

La neve, onnipresente nel romanzo, è una metafora che riflette lo stato d’animo della protagonista. Fredda, ma al tempo stesso capace di portare silenzio e pace. La neve rappresenta la lotta interiore di Nive, il suo desiderio di proteggersi dalle emozioni, ma anche la sua voglia di lasciarsi andare, di sciogliersi come i fiocchi che cadono delicatamente. L’autrice usa la natura in modo quasi poetico, rendendola parte integrante della narrazione e dello sviluppo psicologico dei personaggi.

Un finale che lascia speranza

Alla fine, Liberi come la neve è una storia di cambiamento. Non solo per Nive, ma per tutti i personaggi coinvolti. Il messaggio che emerge è che, anche quando sembra impossibile, si può trovare un luogo a cui appartenere. Rita Nardi ci lascia con la speranza che, anche nelle situazioni più fredde e difficili, ci sia sempre la possibilità di riscoprire il calore, sia esso nella famiglia, nell’amore o nel ritrovare se stessi. Un romanzo che emoziona, che spinge a riflettere e che, soprattutto, rimane nel cuore dei lettori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *