Rancore, di Gianrico Carofiglio: recensione del romanzo

Come si scava nella mente di un ex magistrato che si è allontanato da una carriera di successo? Cosa si cela davvero dietro la morte di un uomo potente? Gianrico Carofiglio, con Rancore, ci porta in una storia che scorre tra le pieghe dell’animo umano, affrontando temi di colpa, redenzione e verità nascoste. Penelope Spada, la protagonista, non è solo un’investigatrice; è un’anima tormentata che deve fare i conti con un passato oscuro e un presente incerto. Il romanzo va oltre il classico giallo, consegnando ai lettori una riflessione profonda sulla giustizia e la morale.

Un delitto misterioso

La vicenda parte con la morte di Vittorio Leonardi, un barone universitario ricco e influente. Le cause sembrano naturali, ma la figlia non ci sta. Decide di coinvolgere Penelope, ex pubblico ministero, che ormai ha abbandonato la toga per ragioni mai del tutto chiarite.

Il romanzo intreccia la narrazione investigativa a quella psicologica: perché Penelope, con il suo bagaglio di segreti e la sua apparente quiete, accetta un caso che appare senza via d’uscita? Il lettore si trova a camminare accanto a lei, immergendosi in una ricerca che non è solo della verità, ma della stessa anima di Penelope.

Un viaggio nella coscienza

L’indagine non è lineare. Le prove sono poche e Penelope sembra perdere il controllo. Ma non è solo una questione di giustizia. Il romanzo esplora il passato della protagonista, le scelte che l’hanno portata ad allontanarsi dalla magistratura.

Ogni passo avanti nel caso è un passo indietro nella sua vita, un percorso che la conduce verso una resa dei conti inevitabile. Carofiglio costruisce un crescendo emotivo, dove l’indagine e il viaggio interiore si fondono, lasciando il lettore sospeso tra la ricerca della verità e il desiderio di capire chi è davvero Penelope.

Un personaggio complesso

Penelope Spada non è la solita eroina senza macchia, ma una figura dolente, carica di rancore e rimorsi. Carofiglio riesce a creare una donna forte ma fragile, che si muove in un mondo di incertezze e ambiguità.

La sua investigazione è un pretesto per affrontare il vuoto della sua esistenza, un vuoto che forse cerca di colmare con la risoluzione di un delitto che potrebbe essere una metafora della sua stessa vita. Questo rende Rancore, oltre che un giallo, anche un romanzo di introspezione.

La forza narrativa di Gianrico Carofiglio

Gianrico Carofiglio anche in questo romanzo riesce a tenere alta la tensione. La narrazione è incalzante, i dialoghi taglienti e realistici. La prosa non si perde in dettagli superflui, ma va dritta al punto, mantenendo il lettore coinvolto.

La storia si muove rapidamente, ma lascia il tempo per riflettere sui dilemmi morali che emergono. Non si tratta esclusivamente di risolvere un crimine, ma di capire le ragioni profonde che muovono i personaggi, in particolare Penelope. Rancore è una storia avvincente che non lascia indifferenti.

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