Onesto: recensione del romanzo di Francesco Vidotto
Onesto, di Francesco Vidotto, è un romanzo che scava nel cuore di Guido, soprannominato Cognac, e nelle memorie di un uomo che si firma Onesto. L’ambientazione fra i boschi del Cadore e la vecchia ferrovia dismessa tinge la storia di suggestioni montane, creando un microcosmo in cui ogni parola trasporta emozioni forti. Il narratore si muove con passo delicato fra vicende che intrecciano guerra, amicizie, segreti proibiti e un amore capace di scuotere l’anima.
Un rifugio tra i boschi e un gatto di nome Moglie
Guido vive in un casello ferroviario abbandonato, circondato da abeti e larici che sembrano proteggere i suoi ricordi più profondi. La presenza della fedele gatta Moglie dona un’atmosfera intima, come se lo scrosciare del vento fra gli alberi fosse l’unica compagnia concessa. È un anziano che stringe a sé una cartelletta piena di lettere misteriose, destinate alle vette, quasi fossero richiami a un universo più ampio e sconosciuto.
Le lettere di Onesto e la forza della scrittura
Quelle pagine scritte a mano risvegliano vicende sorprendenti: la storia di un rapimento, un figlio riapparso, una bomba nella notte. Ogni riga svela emozioni disarmanti, come se le parole tracciassero un cammino irto di ostacoli ma anche ricco di verità silenziose. Onesto dialoga con le montagne, quasi fossero custodi di segreti impossibili da confessare a voce.
La vita con Santo, Celeste e l’urgenza di amare
Onesto ripercorre il proprio vissuto insieme al fratello gemello Santo, figura radicata nell’infanzia e nell’età adulta. Compare Celeste, presenza luminosa che irrompe tra i ricordi di guerra, di morti e di abbandoni. L’amore, spesso represso, prende slancio in modo struggente e imperfetto, trasportando il lettore in un abisso di desideri indicibili.
Coraggio e abbandono
La scrittura di Francesco Vidotto illumina un tema essenziale: lasciar andare è l’unica via per scoprire la vera forza. Nel cuore delle Dolomiti, i personaggi non restano aggrappati a un passato ingombrante, ma compiono un passo verso il vuoto, fidandosi delle proprie emozioni. Questo romanzo parla di coraggio, di lacrime taciute e di una scalata interiore che guida l’esistenza verso nuovi orizzonti.
Francesco Vidotto adopera una prosa limpida, capace di trasportare il lettore in paesaggi aspri e affascinanti. Le descrizioni delle cime imponenti e dei sentieri nascosti dentro il bosco sono dense di quieta poesia. Sembra quasi di sentire l’odore di resina, di avvertire l’eco delle parole di Onesto che vibra fra i tronchi secolari. Ogni pagina invita a riflettere sul senso di appartenenza, sui nodi dell’esistenza e sulla volontà di proseguire anche quando tutto sembra perduto.