La strada, di Manu Larcenet: l’adattamento a fumetti del romanzo di Cormac McCarthy
Il romanzo La strada, di Cormac McCarthy, vincitore del Premio Pulitzer 2007, narra il difficile cammino di un uomo e di suo figlio in un mondo ridotto in cenere. Tra foreste bruciate e città abbandonate, il loro unico bagaglio è un amore capace di illuminare anche gli angoli più tetri dell’esistenza.
L’adattamento a fumetti realizzato da Manu Larcenet riesce a catturare questa tensione e a trasportarla nelle tavole grazie a un disegno incisivo e a un uso sapiente dei silenzi. Il risultato è un’esperienza che commuove e affascina, offrendo ai lettori uno sguardo vivido su un paesaggio devastato, dove ogni sussurro diventa prezioso come l’aria.
Il romanzo originale di Cormac McCarthy
La strada nasce da una visione cupa e al tempo stesso intrisa di pietà umana. McCarthy avvolge l’intera storia in un velo di cenere, un manto grigio che sembra inghiottire ogni barlume di civiltà. Gli esseri umani, spogliati di regole e costretti alla pura sopravvivenza, emergono tra le pagine con una disperazione che punge. Eppure, nel legame tra padre e figlio, sboccia un germe di fiducia che scalda il cuore. Questa storia, seppure avvolta in un’ombra perenne, conserva un filo di luce che invita a proseguire, anche quando il terreno è cosparso di macerie.
L’arte di Manu Larcenet
Manu Larcenet dà forma a un adattamento che traduce con rispetto il nucleo narrativo originario. Le sue tavole rappresentano un luogo dove il segno grafico diventa veicolo di emozioni profonde. Il gioco di chiaroscuri riflette la precarietà del mondo, mentre i volti segnati dei protagonisti raccontano l’impatto del dolore e della fatica sul corpo e sulla mente. Persino il silenzio tra le vignette acquisisce un significato emotivo: la storia respira in quelle pause, svelando lo smarrimento di chi avanza nell’oscurità.
Il cupo scenario post-apocalittico
La devastazione percorre ogni pagina. Paesaggi polverosi, rovine senza vita, boschi ridotti a scheletri: tutto fa da sfondo a un viaggio che non concede tregua. La fame bracca i viandanti a ogni passo. I predoni incutono timore con la loro ferocia, mentre il freddo morde la carne e la speranza. Questo mondo, disegnato con toni opachi e linee essenziali, riflette un’umanità sospesa che si aggrappa a un ultimo appiglio di calore e solidarietà.
Il legame tra padre e figlio
Al centro di questa avventura campeggia il rapporto fra genitore e figlio. La loro intesa diventa un faro che illumina la strada, mentre ogni passo serve a rafforzare la volontà di proteggersi a vicenda. Il padre insegna al figlio a credere in un domani meno ostile, anche quando tutto sembra perduto. Questo profondo affetto costituisce il filo conduttore del racconto e si manifesta con grande intensità nelle espressioni dei due protagonisti: sguardi che suggeriscono coraggio, dialoghi brevi ma densi di significato, mani che si stringono come a dire “non mollare”.