Buchi Bianchi di Carlo Rovelli, recensione: un viaggio verso i misteri dell’universo

Buchi Bianchi è un’opera di Carlo Rovelli che ci guida attraverso l’avventura dell’esplorazione all’interno di un buco nero. Questo viaggio, simile a qualsiasi altra esplorazione, inizia con un saluto rivolto a coloro che osservano da fuori e ci vede allontanare sempre più lentamente, con il distacco da certe abitudini mentali che sarebbero solo d’intralcio nel nuovo contesto.

Un viaggio originale lasciando alle spalle il passato

Il racconto si configura anche come un percorso di maturazione, una narrazione del passaggio dall’infanzia all’età adulta, durante il quale chi ci guida nel percorso, per quanto fondamentale, viene superato per far spazio alla nostra autonoma progressione. Il viaggio proposto da Rovelli è per coloro che sono pronti a lasciarsi alle spalle il passato con riconoscenza.

Dove ci dirigiamo, le leggi della relatività di Einstein perdono la loro validità. Questa esplorazione, che è paragonabile a quella ultraterrena di Dante frequentemente citata da Carlo Rovelli, ci porta sull’orlo di una vertigine. Ma, giusto nel momento in cui il buco nero sembra stia per assorbirci con tutto ciò che lo circonda, avviene un’inattesa svolta: non scompariremo ma “torneremo a riveder le stelle”.

Questo perché il buco nero, estendendosi e restringendosi, giunge a un punto di svolta dove la materia rimbalza e si trasforma in un buco bianco, espellendo quanto inghiottito. Per noi, l’interno del buco, solo pochi minuti sembrano essere passati; all’esterno, invece, milioni di anni sono trascorsi. Di conseguenza, il nostro viaggio diviene anche un viaggio nel tempo, con il buco bianco che funge da scorciatoia verso il futuro.

L’universo in una nuova prospettiva

Le strade della conoscenza, percorse con determinazione, ci mostrano una direzione chiara. Esploriamo lo spazio, sia mentalmente che con mezzi fisici come moduli orbitanti e sonde, per comprendere che tra noi e gli altri, l’ambiente e i buchi bianchi, non esiste separazione.

Giunti a questa consapevolezza, si dissolve ogni divisione, inclusa quella tra scienza e arte. L’autore, Carlo Rovelli, che è appassionato e profondo conoscitore di entrambe, sostiene che la scienza non è solo razionalità e precisione matematica; è anche intuito e immaginazione, elementi condivisi con l’arte. Entrambe stimolano un continuo ripensamento dei significati e infondono in noi il desiderio di scoprire novità nel mondo.

L’arte della scrittura di Carlo Rovelli

Carlo Rovelli fa sapere che la scrittura di Buchi Bianchi non è stata un processo immediato. Inizialmente scritto nel 2020, l’opera ha subito numerose modifiche e varie revisioni prima di raggiungere la sua forma definitiva.

Il risultato di questo impegnativo lavoro è un testo fluido, avvincente e a tratti poetico, accessibile a chiunque e lontano dal linguaggio specialistico, un fattore che potrebbe dispiacere a qualche addetto ai lavori. Comunque, Rovelli ha inserito una nota dedicata a loro, ricca di riferimenti a nomi e teorie. A tutti gli altri lettori, che probabilmente costituiranno la maggioranza, ha dedicato l’intera opera.

Gianluca Rini
Gianluca Rini
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