Il canto dei cuori ribelli, di Thrity Umrigar: trama e recensione

Il canto dei cuori ribelli è il romanzo di Thrity Umrigar. Smita si trova alle Maldive per una vacanza quando riceve una chiamata inaspettata da Shannon, una cara amica e collega corrispondente in India. Shannon, ricoverata in ospedale a Mumbai a causa di una frattura all’anca, chiede a Smita di raggiungerla.

Smita, seppur riluttante, decide di partire, convinta che la sua amica abbia bisogno di assistenza medica. Una volta arrivata, però, scopre che Shannon ha un altro motivo per averla chiamata: le affida l’incarico di completare un articolo su Meena, una giovane che è stata sfregiata dai suoi fratelli perché ha deciso di sposare un uomo musulmano contro il loro consenso.

Il ritorno in India

Smita non è entusiasta di trovarsi nuovamente in India, il Paese che lei e la sua famiglia avevano lasciato molti anni prima. Le ferite del passato sono ancora aperte e teme che i ricordi dolorosi riemergano. Ma, seguendo la storia di Meena, Smita inizia a confrontarsi con le sue paure e a riconoscere che, nonostante tutto, ha ancora un profondo legame con l’India. Con l’aiuto di Mohan, un amico di Shannon, Smita affronta i suoi demoni interiori, emergendo più forte e consapevole.

Due donne ribelli

La storia mette in parallelo le vite di due donne straordinarie: Meena e Smita. Entrambe condividono ideali di uguaglianza e inclusione, ma le loro vite sono segnate da opportunità e privilegi molto diversi. Meena, apparentemente fragile, dimostra una forza straordinaria. Ha il coraggio di sfidare le tradizioni e di lottare contro i suoi fratelli per il bene della figlia, Abru. La sua determinazione è mossa dalla speranza di un futuro migliore per la sua bambina, anche a costo della propria vita.

La lotta interiore di Smita

Smita, d’altra parte, è fermamente convinta di voler restare negli Stati Uniti, dove si sente al sicuro e lontana dalle abitudini che non riesce più a tollerare. Ma il richiamo delle sue origini diventa sempre più forte e inesorabile. Smita è una giornalista di successo, ma il viaggio in India la costringe a rivivere i ricordi della sua infanzia e a confrontarsi con le sue radici. Questa esperienza la trasforma, facendole riscoprire parti di sé che aveva cercato di dimenticare.

Mohan: un punto di riferimento inaspettato

Non si può parlare di questa storia senza menzionare Mohan. Questo personaggio diventa un punto di riferimento fondamentale per Smita. Mohan stesso ha la possibilità di vedere con altri occhi delle convinzioni che aveva sul Paese e, attraverso la sua amicizia con Smita, entrambi trovano nuove prospettive. Mohan aiuta Smita a considerare in modo diverso alcune certezze, offrendo un supporto inestimabile durante il suo soggiorno in India.

Una storia coinvolgente e profonda

La narrazione è avvincente, ricca di tensione e momenti adrenalinici. È una di quelle storie che stimolano la riflessione, mostrando quanto possa essere diversa la vita in altri Paesi. Il romanzo rivela le molteplici facce dell’India, un Paese vasto e diversificato, spesso in conflitto con se stesso. Con un’umanità imperfetta, il racconto mette in luce i valori universali che dovrebbero essere condivisi da tutti.

Le descrizioni dei tramonti, delle voci e dei cibi dell’India creano un quadro affascinante. Il Paese è rappresentato come un luogo in crescita, ma ancora profondamente radicato in tradizioni spesso complesse. Il messaggio finale è chiaro: combattere per ciò che è giusto non è mai un fallimento, ma un atto di coraggio e speranza per un futuro migliore.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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