L’altra valle: recensione del romanzo fantasy di Scott Alexander Howard
L’altra valle di Scott Alexander Howard è un romanzo fantasy-fantascientifico con elementi distopici, caratterizzato da profonde implicazioni etiche e filosofiche. Il libro affronta un tema caro al genere, quello del viaggio nello spazio-tempo, ponendo grandi domande esistenziali. Howard, con la sua formazione filosofica, offre una prospettiva unica e affascinante su questo argomento.
Una trama intrigante
La trama del libro si distingue fin dall’inizio: la protagonista, Odile, è una sedicenne che vive in una città particolare chiamata la Valle. Questa Valle esiste in infinite ripetizioni temporali verso est e ovest. Nel presente di Odile, la Valle è circondata da altre versioni di se stessa, vent’anni nel futuro a est e vent’anni nel passato a ovest.
Visitare queste valli, e quindi il passato e il futuro, è possibile attraversando fisicamente i confini tra i territori. Non ci sono macchine del tempo né scienziati eccentrici; invece, il viaggio temporale è regolato da un Consiglio, al quale Odile spera di unirsi, che ne supervisiona le attività.
Le regole del viaggio temporale
Il viaggio temporale, in questa realtà, è strettamente regolamentato. Le persone possono visitare il passato e il futuro, ma solo sotto rigorose condizioni per evitare caos e conseguenze indesiderate. Ad esempio, è possibile visitare i cari scomparsi solo dopo aver completato un complesso iter burocratico e mascherati per evitare riconoscimenti. Le rigide regole del Consiglio creano una condizione distopica, in cui il controllo è necessario per prevenire disastri temporali.
Un evento sconvolgente
La vita di Odile cambia drasticamente quando, per errore, identifica due viaggiatori temporali nella sua Valle. Questi viaggiatori sono i genitori di un suo caro amico, e si viene a delineare l’ipotesi che nel futuro il suo amico forse non ci sarà più. Questo fatto porta Odile e il lettore a riflettere su questioni morali e etiche legate al viaggio nel tempo.
Howard costruisce il libro con una sapienza che eccelle nel trattare i viaggi spazio-temporali e nel creare il mondo in cui essi sono possibili. Il libro non si concentra particolarmente sulle emozioni, un aspetto che potrebbe sembrare mancante, ma che risulta essere intenzionale.
La narrazione istituzionalizzata del viaggio nel tempo solleva domande classiche del genere: cosa succede se incontro me stesso nel passato? Quali sono le conseguenze di un cambiamento nel passato o nel futuro? Questi dilemmi sono affrontati attraverso una rete di regole che definiscono la distopia del libro.
Un personaggio distaccato
Odile è un personaggio riservato e, a volte, distaccato, il che fa percepire al lettore gli eventi emotivamente pesanti attraverso un filtro. La sua visione della vita è fredda e disillusa, segnata da traumi e apatia. Questo distacco emotivo richiede al lettore di aggiungere i propri sentimenti e l’empatia alla narrazione. Il contesto familiare difficile di Odile contribuisce a questa visione del mondo, rendendola una protagonista perfetta per una storia che non si basa su grandi manifestazioni di sentimento, ma su emozioni sottili e potenti.