Il tempo che vorrei: recensione del libro di Fabio Volo
Il tempo che vorrei, firmato da Fabio Volo, si rivela un romanzo ricco di introspezione, in cui il protagonista Lorenzo condivide la propria voglia di recuperare legami e sentimenti che sembrano sfuggirgli di mano. Il romanzo, intriso di ironia e delicatezza, accompagna il lettore in un viaggio che parla di nostalgia, perdono e rinnovata fiducia nei confronti della vita. Pagina dopo pagina, emerge un racconto capace di far sorridere in modo sincero e, subito dopo, commuovere con parole semplici ma profonde.
Una storia di padri e figli
Al centro del libro si staglia il rapporto tra Lorenzo e suo padre, segnato da difficoltà che rimandano a un vuoto emotivo durato anni. L’assenza di dialogo e gesti affettuosi ha creato un muro, difficile da abbattere senza un impegno reciproco.
Questa mancanza di vicinanza si avverte fin dalle prime pagine e si trasforma in un elemento fondamentale per comprendere il carattere del protagonista. L’autore raffigura, con grande schiettezza, le paure e le incertezze di chi vorrebbe colmare quella distanza e trovare finalmente un punto d’incontro. In questo senso, il romanzo invita a riflettere su quanto sia importante concedere e ricevere affetto, persino quando si è convinti di non saperlo manifestare nel modo giusto.
L’amore e la ricerca di sé
Oltre al rapporto con il padre, Lorenzo fronteggia il dolore di un legame sentimentale interrotto, che lo spinge a riconsiderare le proprie scelte e a interrogarsi sul significato dell’amore. La donna che se n’è andata diventa un’assenza che lo accompagna costantemente e, al tempo stesso, una scintilla che innesca una riflessione su ciò che conta davvero.
Tra i ricordi e i dialoghi interiori, emergono momenti di grande autenticità, in cui la sensibilità del protagonista affiora e dona vitalità all’intero racconto.
Lo stile e l’atmosfera
La scrittura di Fabio Volo si riconosce per semplicità e immediatezza, associata a un’abilità di cogliere spunti di riflessione universali. Nel romanzo Il tempo che vorrei, il tono risulta schietto e vitale, grazie a passaggi che suscitano risate spontanee e altri che sorprendono con sentimenti sinceri.
Il tema centrale è costituito dalla nostalgia per i momenti passati e dal desiderio di riappropriarsi di ciò che davvero conta. Fra le pagine, si scorge una ricerca di se stessi priva di artifici, pronta a mostrare la vulnerabilità umana di fronte alle relazioni più preziose.