Io che ti ho voluto così bene: recensione del romanzo di Roberta Recchia

Il nuovo romanzo di Roberta Recchia, Io che ti ho voluto così bene, intreccia memoria e presente per raccontare un amore restato in sospeso. Fra lettere riaperte e desideri lasciati sedimentare, la storia pone domande sul coraggio di tornare a scegliere e sull’ascolto profondo di sé.

Il filo della trama

Elena, prossima ai quarant’anni, riceve un messaggio inatteso: poche righe che riaccendono il ricordo di Marco, il compagno dei suoi vent’anni. Davanti a quel segnale, i giorni attuali si popolano di immagini lontane.

Il romanzo segue la protagonista mentre ripercorre i nodi di un affetto abbandonato, pronta a capire se esiste ancora spazio una storia. Il tempo scorre fra presente vivido e frammenti di passato, mostrando come certi sentimenti restino latenti finché un semplice gesto non li richiama in superficie.

Voce narrativa e temi

La prosa di Roberta Recchia si distingue per fraseggi bilanciati e luminosi: la tenerezza si alterna a riflessioni intime, evitando toni enfatici. L’autrice ha dichiarato che descrive solo personaggi che rivelano profondità, cercando sempre una misura capace di contenere l’emozione senza appesantirla.

In queste pagine l’amore appare come strumento di cura, ma non mancano contrasti: esistenze rimaste sospese, decisioni rinviate, parole non dette che, col tempo, diventano linfa per nuovi inizi. Il lettore viene invitato a osservare la quotidianità di Elena con sguardo partecipe, scoprendo che il silenzio può trasformarsi in dialogo rigenerante.

L’autrice e la sua cifra stilistica

Roberta Recchia racconta spesso di avere intrapreso la scrittura per fuggire da un’adolescenza nella quale si sentiva esclusa. A undici anni ha iniziato un percorso poetico che l’ha condotta all’esordio con Tutta la vita che resta, tradotto in quindici Paesi e premiato più volte.

Ora, con questo secondo romanzo, conferma la capacità di “ascoltare” i propri protagonisti come una camera sensibile, trasferendo su carta emozioni filtrate da rigore e lucidità. Ne emerge il ritratto di un’autrice riservata ma attenta a ogni sfumatura umana, capace di trasformare piccoli gesti in significati universali e di accompagnare il lettore fino all’ultima riga con delicata autorevolezza.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.