La settima luna: recensione del romanzo di Piergiorgio Pulixi

Un’opera che si apre in Sardegna, tra profumi mediterranei e un cielo limpido, riesce subito a incuriosire chiunque desideri un mix di adrenalina e ambientazioni suggestive. È questo il caso de La settima luna, di Piergiorgio Pulixi, che ci conduce tra i monti del Supramonte e le paludi del Parco del Ticino, mostrandoci un’Italia pronta a rivelare segreti inquietanti. L’autore dà vita a una trama fatta di ombre, fascino e personaggi che sembrano usciti da un racconto corale, tutti legati da un legame profondo e da segreti mai del tutto sepolti.

La trama e i protagonisti

Vito Strega, vicequestore in cerca di serenità, festeggia la nuova unità investigativa sui crimini seriali, insieme alle ispettrici Eva Croce e Mara Rais. Il trio pare finalmente destinato a godersi un momento di meritato riposo in un hotel incantevole, dove si brinda all’inizio di un percorso professionale tanto atteso.

L’atmosfera vacanziera, però, viene spezzata all’improvviso: arriva la segnalazione di un delitto agghiacciante nel Parco del Ticino, dove il cadavere di una ragazza è stato rinvenuto con le mani legate e una maschera bovina sul volto.

La situazione appare sinistra perché l’ispettrice Clara Pontecorvo si ritrova davanti a una scena che richiama un delitto accaduto anni prima in Sardegna. Ecco che Vito, Eva e Mara, già segnati da quelle vicende passate, devono lasciare la loro terra per collaborare con Clara e scoprire chi si nasconde dietro a quello che sembra un emulatore spietato. Nel frattempo, Vito Strega sente riemergere ombre che non aveva ancora superato.

Atmosfere e stile narrativo

Piergiorgio Pulixi riesce a creare un universo letterario avvolgente, in cui il paesaggio naturale della Sardegna contrasta con la cupezza dei nuovi scenari investigativi. Ogni capitolo lascia emergere un ritmo simile a una danza, talvolta cadenzata e talvolta vorticosa, suggerendo una progressione che cattura e spinge a proseguire pagina dopo pagina.

Il romanzo offre un intreccio di mistero, passione e introspezione. Il racconto, caratterizzato da momenti di puro pathos, regala un’indagine che non si limita a svelare il killer, ma mette in discussione le certezze degli stessi investigatori. Chi ama i ritmi serrati e i racconti dal taglio psicologico troverà in queste pagine un viaggio nei recessi dell’animo, accompagnato da personaggi che restano facilmente impressi nella mente.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *