Le parole fanno il solletico, di Daniel Pennac e Stefano Bartezzaghi: recensione del libro
La forza del linguaggio può scatenare un senso di meraviglia, soprattutto quando le parole si trasformano in immagini buffe e paradossali. Nell’opera Le parole fanno il solletico, Daniel Pennac e Stefano Bartezzaghi giocano con frasi di uso comune, stimolando la fantasia e invitando a riflettere su espressioni che spesso passano inosservate.
Il risultato è un testo vivace, capace di divertire grandi e piccoli grazie all’arguzia di chi sa trasformare semplici modi di dire in rocambolesche avventure. In queste pagine, ogni gesto quotidiano viene reinterpretato con simpatia e la lettura risulta scorrevole e coinvolgente dal primo all’ultimo rigo.
L’ironia dei modi di dire
Frasi come “chiudere il becco” o “buttare un occhio” diventano occasioni per creare situazioni imprevedibili. Lollo, personaggio un po’ distratto, scopre cosa accade se la sua testa – perennemente “per aria” – finisce davvero sul soffitto.
Nel frattempo, la zia Frignola, già dal nome, promette pianti tanto abbondanti da allagare l’intera casa, costringendo tutti a secchi, stracci e spazzoloni per sistemare ogni cosa. La semplice idea di prendere alla lettera i modi di dire fa scorrere un brivido di comicità e assicura una lettura che strappa sorrisi a ogni pagina.
Questo uso fantasioso di espressioni quotidiane permette di esplorare il lato più surreale della lingua, evidenziando quanto le parole possano adattarsi a contesti completamente diversi.
Uno sguardo agli autori
Daniel Pennac è già amato per la sua capacità di raccontare storie ricche di fantasia. Stefano Bartezzaghi, noto per il suo ingegno lessicale, contribuisce con brillanti trovate e giochi di parole.
Il loro lavoro congiunto crea un’atmosfera allegra, in cui i lettori si sentono trasportati in una dimensione alternativa. La firma di entrambi emerge in dialoghi spiritosi e situazioni paradossali, trasformando il libro in una vera festa della creatività linguistica.
Perfetto per i lettori più giovani
Anche se il testo strappa un sorriso a un pubblico adulto, la narrazione è pensata principalmente per chi muove i primi passi nel mondo della lettura, con una chiarezza che riesce a coinvolgere i bambini.
L’idea di mettere in scena espressioni bizzarre, accompagnate da esempi spassosi, stimola la voglia di giocare con il vocabolario e di osservare la lingua in modo diverso. Questo libro, indicato dai nove anni in su, è capace di far scattare la curiosità di chiunque ami divertirsi con i racconti e le avventure inventate.
Le parole fanno il solletico risulta un invito a sorridere di fronte alle formule quotidiane che spesso pronunciamo senza pensarci. Pennac e Bartezzaghi mostrano come la fantasia sappia rendere straordinario ciò che pare ovvio e normale, risvegliando la creatività attraverso piccole invenzioni linguistiche.
È una lettura da gustare con gli occhi spalancati, così da cogliere ogni sfumatura di questa sinfonia di immagini e significati. Chi decide di dare una chance a queste pagine scoprirà quante risate possono scaturire dal semplice potere delle parole.