L’isola delle anime: recensione del romanzo di Piergiorgio Pulixi

L’isola delle anime, di Piergiorgio Pulixi, è un viaggio nell’oscurità di un’isola affascinante e impenetrabile. Cagliari, le sue pietre antiche e i misteriosi siti nuragici fanno da sfondo a una trama che mescola suspence, mistero e una buona dose di introspezione. Il lettore viene condotto attraverso un racconto intenso, dove le protagoniste, le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce, sono chiamate a sfidare non solo il killer, ma anche i loro conflitti personali.

Un duo da brivido: Mara ed Eva

Mara Rais ed Eva Croce sono tutto tranne che una coppia tradizionale di investigatrici. Mara, con il suo temperamento esplosivo, riflette la rabbia di chi ha subito un’ingiustizia e non può dimenticarla. Eva, invece, è un’anima ferita, alla ricerca di oblio, che spera di lasciarsi alle spalle la tragedia che l’ha condotta in Sardegna.

Questo contrasto tra l’impetuosità e il dolore crea una sinergia straordinaria: una miscela esplosiva che si accende ogni volta che le due donne si trovano di fronte ai cold case che popolano la sezione Delitti insoluti della questura di Cagliari.

Un’ossessione chiamata cold case

I “cold case” sono più che semplici casi irrisolti: sono ferite aperte, cicatrici mai rimarginate che continuano a tormentare chi è coinvolto. Mara ed Eva vengono gettate in questo limbo, costrette a immergersi in storie passate, inghiottite da un labirinto di indizi e domande senza risposta.

L’indagine su una serie di omicidi di giovani donne avvenuti anni fa, nel giorno dei morti, si trasforma ben presto in un’ossessione: un enigma che divora ogni energia, ogni pensiero. Il limbo di quei casi irrisolti diventa un riflesso delle loro stesse vite: bloccate tra il passato che non riescono a lasciarsi alle spalle e il futuro che appare incerto.

Il confronto tra antico e moderno

Mentre il killer sembra riemergere dal passato, l’indagine di Mara ed Eva si intreccia con credenze e rituali antichi, portandole a esplorare gli aspetti più oscuri e nascosti della cultura del luogo.

C’è qualcosa di primitivo e incontrollabile in ciò che devono affrontare: il confronto tra modernità e tradizione diventa una lotta all’ultimo respiro, un viaggio nell’ignoto che le mette di fronte a forze che sembrano quasi sovrannaturali. La posta in gioco è alta, e non riguarda solo la cattura di un assassino, ma anche la sopravvivenza del loro stesso equilibrio interiore.

Piergiorgio Pulixi riesce a spingere il genere noir oltre i suoi confini, intrecciando investigazione, introspezione e una grande profondità emotiva. Il romanzo, oltre ad essere un’indagine poliziesca, è un viaggio nelle anime delle protagoniste e nell’anima dell’isola stessa.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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