L’occhio del male: recensione del libro di Stephen King

L’occhio del male è tra i libri che Stephen King ha realizzato con la pubblicazione sotto uno pseudonimo, quello di Richard Bachman. Sebbene King stesso abbia criticato quest’opera, definendola inferiore rispetto ai suoi standard, il libro risulta essere una lettura avvincente e piacevole. Dimostra ancora una volta la capacità di King di tenere il lettore incollato alle pagine, nonostante le sue stesse riserve.

Stephen King e il mistero dello pseudonimo

Una volta svelata la doppia identità, King ha riflettuto sui romanzi firmati come Bachman, affermando che alcuni di questi non gli sembravano più così buoni. Tra questi, L’occhio del male è stato oggetto di autocritica. Nonostante ciò, molti lettori ritengono che il romanzo non sia affatto male, anzi, mantiene una qualità narrativa di alto livello.

Non è del tutto chiaro come King selezionasse il materiale da pubblicare sotto lo pseudonimo di Bachman. Inizialmente, si potrebbe pensare che volesse distanziarsi dal suo tipico genere horror, ma L’occhio del male contraddice questa teoria, presentando un forte elemento soprannaturale. Lo stile di King è inconfondibile e riesce, anche in questo romanzo, a coinvolgere il lettore capitolo dopo capitolo.

La trama del romanzo

Billy Halleck è un avvocato di successo che vive nella ricca cittadina di Fairview. È ben voluto dalla comunità, sposato con Heidi e padre di Linda. La sua vita sembra perfetta, ben avviata verso la felicità.

Un giorno, mentre guida distratto, Billy investe inavvertitamente un’anziana che attraversava la strada in un punto non consentito. La donna muore poco dopo, ma Billy, rispettato cittadino, non subisce gravi conseguenze legali grazie alla clemenza del giudice. Ma il marito della donna decide di somministrare la propria giustizia con una sola parola: “Dimagra”.

Billy inizia a dimagrire inspiegabilmente, nonostante consumi pasti calorici. La perdita di peso continua inesorabile, come un contrappasso per aver ucciso l’anziana e non aver subito giuste conseguenze.

Quando la situazione diventa insostenibile, Billy reagisce. Decide di non accettare passivamente la maledizione e utilizza i suoi contatti, non limitandosi solo alla fetta per bene della sua clientela.

Billy non è un personaggio cattivo. Però, quando la sua vita è minacciata, non esita a usare mezzi poco puliti per salvaguardare se stesso, sebbene con qualche rimorso di coscienza. Questo lo rende un personaggio complesso e realistico, ben delineato da King.

La costruzione narrativa

La trama è avvincente e le dinamiche tra i personaggi sono descritte con grande maestria. I rapporti tra Billy e la moglie, tra Billy e il suo medico e soprattutto tra Billy e il suo ex cliente Richard Ginelli sono tratteggiati con grande abilità. Il finale è spietato, suggerendo che una volta intrapresa la strada del male e della violenza, è difficile uscirne senza conseguenze.

Nonostante le critiche dello stesso King, L’occhio del male rimane un romanzo avvincente e ben scritto. La capacità di King di creare tensione e coinvolgere il lettore è evidente anche in questa opera, rendendola una lettura consigliata per chiunque apprezzi la sua narrativa.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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