Tre donne nella vita di Vincent Van Gogh: la storia del pittore da un’altra prospettiva
Nell’anniversario della morte di Vincent Van Gogh, proponiamo un libro che offre una nuova visione della vita del celebre pittore olandese. Tre donne nella vita di Vincent Van Gogh, scritto dall’autore francese Mika Biermann, ci presenta un ritratto unico di Van Gogh.
Le donne e Van Gogh
Il libro di Biermann esplora la vita di Van Gogh attraverso gli occhi di tre donne che hanno avuto un ruolo significativo nella sua esistenza. La narrazione è suddivisa in tre parti, ognuna raccontata dal punto di vista di una donna diversa.
Saskia, la guardiana di oche
Nella prima parte del libro, conosciamo il giovane Vincent attraverso gli occhi di Saskia, una guardiana di oche. Saskia è presente nella sua infanzia e rappresenta un momento di scoperta e ispirazione per il futuro pittore. La visione proibita del corpo di Saskia e la violenza del ceffone che riceve per averlo visto accendono in lui l’ispirazione per il suo primo disegno, La guardiana delle oche.
Agostina Segatori, la modella
La seconda parte ci porta negli anni parigini di Van Gogh, quando vive una tumultuosa relazione con Agostina Segatori, una modella che diventa la sua musa. Insieme, sognano di viaggiare in Italia e vivere una vita semplice. Ma la realtà è ben diversa dai sogni e la loro relazione finisce con l’arrivo dell’inverno del 1887.
Gabrielle, la contadina
L’ultima parte del libro è dedicata a Gabrielle, una contadina di Auvers-sur-Oise, che Van Gogh incontra il giorno prima della sua morte. Gabrielle rappresenta l’ultimo legame umano del pittore e la testimonianza finale della sua esistenza tormentata. La loro interazione è descritta come un ultimo quadro mai dipinto, intitolato Paesaggio con donna e cavalla.
Vita e arte di Van Gogh
La vita di Van Gogh è presentata come un intreccio di narrazione biografica e invenzione letteraria. Biermann utilizza una prospettiva rovesciata dove i colori e le emozioni dominano la scena. I colori diventano vibrazioni e le emozioni si trasformano in pittura. Le iconiche opere di Van Gogh, come i girasoli e le notti stellate, emergono dalle sfumature della narrazione, rappresentando non solo l’arte, ma anche la coscienza del pittore.
La storia di Van Gogh inizia e finisce d’estate. Da bambino, riceve una matita con cui traccia nuovi confini. Da adulto, si allontana per sempre dal giallo accecante di un campo di grano, il suo ultimo orizzonte. Biermann ci invita a riflettere sulla vita e sull’arte di Van Gogh, sottolineando come senza arte non ci sia vita per il pittore.
Van Gogh è morto a soli trentasette anni, presumibilmente suicida, anche se ci sono dubbi sulla veridicità di questa tesi. Biermann esplora questi dubbi attraverso gli occhi di Gabrielle, l’ultima testimone. La morte di Van Gogh è descritta come una conseguenza della sua profonda connessione tra vita e arte. Senza nuovi quadri da dipingere, la vita del pittore si spegne.