Volevamo prendere il cielo, di Federica Bosco: recensione del romanzo

Volevamo prendere il cielo, di Federica Bosco, è un romanzo che immerge il lettore negli anni Novanta e racconta un’amicizia capace di superare barriere sociali, un amore adolescenziale che lascia il segno e il complesso percorso verso l’età adulta. La narrazione, densa di nostalgia e di emozioni autentiche, accompagna Linda, voce narrante, dalla provincia veronese alla scintillante Parigi, mentre sogni e realtà si intrecciano in un crescendo di scelte che cambiano la vita.

Un’amicizia che supera le differenze

Linda e Corinna si incontrano nell’ultimo anno di liceo, quando la maturità incombe con il suo carico di paure e speranze. La prima viaggia in autobus e compra due paia di scarpe l’anno; la seconda ha un autista, abiti da passerella e una villa che somiglia a un set cinematografico.

Nonostante il divario economico, Corinna si rivela semplice, altruista, quasi disarmante nella sua voglia di normalità. L’autrice descrive con precisione il modo in cui due ragazze, partendo da estremi opposti, trovano un punto d’incontro fatto di confidenze e primi passi nel mondo degli adulti. L’autrice mostra come la ricchezza, usata come scudo da Corinna, non riesca a interferire con il calore umano che Linda le offre, consolidando così un legame destinato a resistere al trascorrere degli anni.

Un amore che segna l’adolescenza

Leonardo, fratello maggiore di Corinna, entra subito nel cuore di Linda, che si sente catapultata in una favola quando lui le rivolge la parola. Leonardo, destinato a un futuro dirigenziale disegnato dalla famiglia, incarna il sogno romantico quanto irraggiungibile.

Federica Bosco dipinge con delicatezza l’incertezza di Linda, la timidezza dei primi sguardi, la magia dei diari segreti colmi di cuori disegnati. Eppure la vita, con la sua imprevedibile ruvidità, impone scelte dolorose: un equivoco, una partenza improvvisa, il tempo che corre e modifica le priorità. Tra Verona e Parigi i due ragazzi si inseguono, si perdono, si ritrovano, mantenuti in contatto da un filo invisibile che nessuna distanza riesce a recidere del tutto.

Perché leggere Volevamo prendere il cielo

Il romanzo coinvolge per la sua capacità di scavare nell’intimità dei personaggi senza ricorrere a sentimentalismi. L’autrice dosa emozioni, ironia e riflessione, ricordandoci che le scelte fatte a diciotto anni possono riecheggiare per decenni.

Chi ha amato le precedenti opere dell’autrice ritroverà la consueta attenzione all’animo umano, mentre i nuovi lettori scopriranno una penna capace di raccontare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta con sincerità e delicatezza.

Volevamo prendere il cielo parla di sogni infranti, amicizie indissolubili e amori che, pur cambiando forma, non si estinguono. Un libro consigliato a chi cerca una storia intensa, perfetta per essere assaporata di sera, quando la nostalgia per gli anni della scuola torna a bussare alla porta e ci ricorda quanto, in fondo, desiderassimo tutti afferrare l’orizzonte con le mani.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.