I Fiori del male

Recensione di Francesca Ponzanelli

Mai bere l’aperitivo a colazione,lo dico perchè,di norma,pensando all’alimentazione ci vengono in mente colazione,pranzo e cena. All’aperitivo non ci pensi. Anche quando vai in libreria, cerchi un romanzo, io almeno sono così, ma in un periodo romantico della mia vita ho acquistato un libro di poesia, diciamo “un aperitivo”, che è poi diventato l’happy hour delle mie letture: sto parlando de “I fiori del male” del poeta maledetto Charles Baudelaire.

Così moderno da farti pensare che Einstein avesse ragione sulla legge quantistica. Baudelaire ti trascina in un mondo dove da una parte la bellezza, la gioventù,la freschezza delle donne dai tanti capelli ricci inebriano il cuore e i sensi,dall’altra la macabra ragione ti costringe a vedere la fine e la decomposizione di ogni essere e cosa.

L’angoscia, lo spleen di certe giornate cupe ti rinchiudono in una prigione dove le tue lacrime disegnano sbarre insormontabili mentre i tuoi pensieri sbattono sui muri come pipistrelli. Mai niente di definitivo, perchè nonostante il titolo faccia pensare al male, sotto le ceneri si intravede non la speranza,che non appartiene al poeta come sentimento, ma la potenza della vita, come nelle canzoni, anche le più tristi di Vasco Rossi. Questo libro lo consiglio agli adolescenti, che non stravedono per la scuola e pensano che i classici siano una “palla”. Provare per credere

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Redazione
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