Lovecraft rinasce a fumetti grazie a Independent Legions

La casa editrice Independent Legions Publishing già aveva mostrato di volersi approcciare a Lovecraft con la graphic novel Herbert West, Rianimatore, ma con L’Orrore a Red Hook prosegue quella che è una vera e propria collana denominata “Lovecraft Experience”.

A differenza del primo fumetto della serie, disegnato e sceneggiato da Stefano Cardoselli, questo volume vede le sue redini in mano ad Alessandro Manzetti, difatti l’approccio alla narrativa di Lovecraft cambia nettamente, puntando l’accento sul mistero e sull’occulto, temi tanto cari al famoso autore.

Eppure non mi sento di dire quale approccio sia il migliore perché entrambi mettono in evidenza lati diversi dei racconti di Lovecraft, il primo mostrando un lato più umano, concreto e permeato dall’orrore, mentre il secondo è carico di misticismo, scandito da un ritmo spiraleggiante e ingabbiante.

L’Orrore a Red Hook rivisitato da Manzetti è una rivisitazione dell’omonimo racconto godibile sia che si sia letto l’originale che meno: conoscendo lo scritto da cui attinge, sicuramente si ha una visione più completa e certi riferimenti non possono assolutamente sfuggire, ma rimanendo all’oscuro invece si viene direttamente catapultati nel mezzo della storia e dell’azione senza avere il tempo materiale di porsi le domande essenziali “chi?”, “come?”, “perché?”.

In molti casi ciò si sarebbe dimostrata una grande falla, avrebbe reso la graphic novel una lettura esclusiva per un pubblico già a conoscenza del racconto, ma Manzetti è talmente abile da fare della sintesi la sua forza. La mancanza di informazioni non è un peso per il lettore perché diventano accessorie: non serve conoscere i protagonisti a fondo in quanto essi sono caratterizzati fin nei più piccoli dettagli dalle loro azioni, da ciò che dicono e soprattutto da come vengono rappresentati.

Manzetti è un abilissimo burattinaio nel mondo della narrazione e forte di ciò, ha compreso che non c’è bisogno di dilungarsi in didascalie inutili e ripone la sua fiducia in un lettore maturo che non si accontenti della tipica “pappa pronta”.

L’Orrore a Red Hook non è una lettura facile e da prendere alla leggera solo perché “tanto è un fumetto”, anzi, proprio perché si ricorre anche al mezzo visivo bisogna ancora di più prendersi il proprio tempo per studiarla, leggerla e interpretarla. Volendo, si potrebbe terminare l’intera graphic novel in neanche dieci minuti, senza averne capito niente, invece il tempo che realmente di meriterebbe non è indifferente.

Il duo Manzetti-Cardoselli conia il termine “Super-Pulp” e ciò è innegabile già a prima vista dalle tavole del disegnatore il quale più che giocare con il bianco, gioca con il nero, nero come la pece e le profondità più oscure, un nero assoluto.

A coronare questa perfezione di sintesi narrativa e arricchire il volume, sono le tavole di Stefano Cardoselli. Non esistono le mezze-tinte ma solo il drastico contrasto fra il nero e ciò che non lo è. Cardoselli, maestro nella sua arte, qui dimostra la sua malleabilità nel riuscire a riunire azione e dinamicità insieme al misticismo lovecraftiano; le atmosfere create dall’autore rapiscono e immergono completamente nel racconto quasi ipnotizzando il lettore, intrappolandolo in un dedalo di sangue e tentacoli.

Insomma, L’Orrore a Red Hook regala al pubblico qualcosa di originale mantenendo rispetto per l’opera da cui deriva; è una lettura che consigliamo a ogni appassionato del genere horror che si sia già approcciato a Lovecraft o meno.

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