La xiloteca a San Vito di Cadore: una biblioteca con libri in legno

A San Vito di Cadore, sotto la gestione dell’Università di Padova, si trova una xiloteca, un termine che fonde le parole greche per legno e scrigno. È un luogo unico che conserva campioni di legno per studiarne le caratteristiche, ma nasconde allo stesso tempo anche un ricco patrimonio legato alla storia e alla scienza.

L’avvio di questa raccolta si lega strettamente alla facoltà di Agraria dell’università, la prima del suo genere in Europa sin dal 1761. Un orto didattico permetteva agli studenti di mettere pratica le lezioni teoriche. Con il passare del tempo, sotto diverse gestioni, la sede ha cambiato nome e finalità, evolvendosi e arricchendosi di nuovi scopi e materiali, tra cui i notevoli libri in legno, che hanno stimolato una ricerca approfondita sulla loro origine e sulla loro conservazione.

La scelta del legno per i libri

Questi libri, che inizialmente erano un centinaio e poi si sono ridotti a circa cinquanta, sono numerati ed etichettati come i loro omologhi in carta e sono anche leggibili, grazie all’uso intelligente della venatura naturale del legno.

Provenienti dalle foreste italiane, questi volumi dimostrano una resistenza e una maestria artigianale eccezionali. Sono stati pensati principalmente per fini didattici in ambito agrario. L’accesso a questi testi era riservato a studiosi e religiosi e molti di essi risalgono ai secoli XVIII e XIX, con alcune opere attribuite a Candid Huber. Sembra che questi libri rappresentassero un modo per valorizzare materiale di scarto e ovviamente rappresentano anche un’innovativa forma di libreria botanica in miniatura.

Eugenio Trevisan e i suoi libri di legno

L’identità dell’autore di molti di questi testi sarebbe stata fatta risalire ad Eugenio Trevisan, che avrebbe cominciato il suo lavoro nel 1834. La durata esatta del suo progetto rimane sconosciuta, così come il motivo per cui alcuni libri fossero destinati a contenere piante, semi o frutti, nascondendo a volte anche dei veri cassetti. Eugenio Trevisan, all’epoca custode dell’orto, ricevette un riconoscimento formale dall’Università di Padova per i suoi meriti, grazie anche alla sua collezione unica di libri in legno.

Le differenze con altre collezioni

Contrariamente ai testi conservati nel Museo Civico di Storia Naturale di Milano, che mostrano segni evidenti di deterioramento, i libri di San Vito di Cadore sono in buone condizioni e leggibili. La collezione milanese, nota come I Librini di Ranieri, soffre per le sue condizioni e questo non permette al pubblico di ammirarla. Una caratteristica distintiva di questa raccolta rispetto a quella di Belluno è l’uso di elementi in oro.

Il legno come medium artistico e ambientale

Il legno serve come medium per la conservazione della conoscenza e ha anche ispirato progetti artistici contemporanei. L’artista fiorentino Giovanni De Gara ha intrapreso un progetto ambizioso per piantare alberi nel deserto di Giuda, utilizzando libri in legno come simbolo di rinascita e speranza.

Fino ad ora, il progetto ha portato alla piantumazione di 200 alberi in Camerun, evidenziando come il concetto di libro in legno possa trascendere la pura funzione educativa per abbracciare anche quella ecologica.

Gianluca Rini
Gianluca Rini
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