Libri sugli Ungumani, i mostri della rocca di Lerma
La ricca tradizione italiana è permeata di leggende e creature spaventose che hanno affascinato e tramandato di generazione in generazione le tradizioni regionali. Oggi, scopriremo la storia degli Ungumani di Lerma.
Nei fitti boschi che circondano Lerma in provincia di Alessandria, Piemonte, un tranquillo borgo di 800 abitati, esiste una leggenda tanto affascinante quanto enigmatica, quella degli Ungumani. Queste creature che, nell’aspetto e nel comportamento, ricordano sia gli esseri umani che i cinghiali, popolano la fantasia, rendendo Lerma un luogo avvolto da un alone di mistero. Ma chi sono gli Ungumani? Sono reali o soltanto frutto dell’immaginazione? Questo articolo si prefigge di esplorare la storia e il fascino che circonda questi enigmatici esseri.
“Laggiù ci sono i Mostri, la Rocca è casa loro. Se non li sfameremo, pian piano saliranno… e ci mangeranno.”
Detto popolare piemontese
Alla scoperta degli Ungumani
Gli Ungumani sono descritti come creature dalla statura imponente, alte fino a tre metri, con tratti che ricordano sia gli esseri umani che i cinghiali dei boschi piemontesi. Questa ambiguità li rende ancora più affascinanti e misteriosi. In uno degli scritti sulla leggenda, un certo Mark Kemmler, giunto a Lerma in tempi ormai remoti, li ha definiti come “cinghiali in piedi”. Tuttavia, la loro esistenza rimane avvolta dal mistero e dal dubbio.
A Lerma, lungo le sponde dal torrente Piota vi sono dei i cerchi di pietre… detti “I cerchi degli Ungumani”.
Le Origini degli Ungumani
L’origine della leggenda degli Ungumani è incerta, ma si ritiene che sia nata nel Medioevo dove gli abitanti di Lerma salivano in cima alla Rocca per scacciare i loro pensieri negativi e malvagi, questi pensieri si unirono e presero assunsero una forma mostruosa. Un riferimento chiave alla loro esistenza si trova nel libro:
“La leggenda degli Ungumani” di Marco Marengo:
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Romanzo sugli Ungumani
Il mistero e l’incertezza, che circondano la leggenda degli Ungumani, si intrecciano con il libro ambientato a Lerma, che si svolge su tre piani temporali distinti. Il primo capitolo si colloca nei primi anni del XV secolo, durante le scorribande di Facino Cane e dei suoi soldati, noti come “le belve”. Il secondo piano temporale si sposta nell’Ottocento, quando la ricerca dell’oro nelle miniere vicine a Lerma attirava avventurieri da ogni dove. Il terzo piano temporale ci porta ai giorni nostri, narrando vicende locali caratterizzate da incomprensioni, invidie e azioni sconcertanti.
“Il Pane del Boia – e la Rocca degli Ungumani -” di Marco Marengo:
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Il Legame tra la Leggenda e la Storia
La leggenda degli Ungumani svolge un ruolo cruciale nell’intrecciare questi tre piani temporali. Il mistero delle creature diventa un filo conduttore, collegando eventi e personaggi nel corso dei secoli. La figura degli Ungumani diventa un simbolo di connessione tra il passato e il presente, suggerendo che la storia di Lerma è intrisa di enigmi e segreti ancora da svelare.
In conclusione, la leggenda degli Ungumani di Lerma rimane un’incognita affascinante che continua a catturare l’immaginazione delle persone. Sia che essi siano frutto della fantasia o creature misteriose che ancora oggi popolano i boschi circostanti, gli Ungumani rappresentano un legame tra la storia e la leggenda che rende Lerma un luogo unico e affascinante. La loro storia ci ricorda che la realtà e il mistero spesso si fondono, creando un’atmosfera di meraviglia e incanto, che continua a intrigare chiunque si avventuri a conoscere la storia di Lerma.
Poesia sui mostri della Rocca di Lerma:
Dalle brume del lago e dalla rocca oscura salgono sommessi vociari: animali, lupi o umani? Scalano veloci le ombre nere, sempre più vicino è il bagliore degli occhi infuocati. Siamo noi che bramano quelle belve affamate? Con artigli nodosi come rami del bosco reclamano l’obolo atteso e cibo avranno quegli Ungumani! (Cruella)