Il grande Nord di Malachy Tallack, un viaggio straordinario: recensione del libro

Il termine Nord evoca una moltitudine di immagini. Per comprenderlo meglio, Malachy Tallack, nel suo libro Il grande Nord, ci guida attraverso una sorta di filo comune: il sessantesimo parallelo a nord dell’Equatore.

L’arcipelago delle Shetland

Tallack vive nelle Shetland, un arcipelago a nord della Scozia. In questo luogo, secondo il folklore, si nascondono creature chiamate Trow, elfi che possono incantare e far danzare in un vortice senza fine. È in questo ambiente immutabile che l’autore attendeva un giorno suo padre sulla riva di un lago, un incontro che non si realizzò mai a causa della sua morte prematura in un incidente.

Da adulto, Tallack ha deciso di affrontare questa dolorosa perdita seguendo il percorso del sessantesimo parallelo a nord, partendo proprio dalle Shetland, quasi come un equilibrista su un filo immaginario attorno al globo. C’è un legame misterioso tra l’individuo e il luogo di appartenenza.

Il gruppo di isole, spesso considerate remote, diventa un punto centrale del concetto di Nord. Il sessantesimo parallelo attraversa paesi come Norvegia, Svezia, ma anche Finlandia e Russia, fino a raggiungere l’Alaska e il Canada, per concludersi in Groenlandia. Tallack utilizza mappe dettagliate per illustrare il percorso, ma la “linea” che attraversa è più di una semplice traccia geografica.

Il percorso di Tallack

Il linguaggio dell’autore è diretto, limpido e incisivo, intrecciando la geografia con la storia, le contraddizioni e le figure che popolano questi luoghi, dipingendo ritratti di persone come un libraio danese o cacciatori inuit della Groenlandia. Nei suoi capitoli descrive orde di turisti in Alaska e orsi selvaggi in Canada, collegando osservazioni quasi matematiche a questa complessa rete di corrispondenze, presentandola con la semplicità e l’inevitabilità di un iceberg che si avvicina alla costa.

Temi profondi e riflessioni

Tra i ghiacciai della Groenlandia, Tallack riflette sulle sostanze inquinanti che minacciano la fauna artica. Nel villaggio canadese di Fort Smith, isolato tra i laghi, analizza come la società moderna sia sempre più isolata, con i social media che promettono comunità ma in realtà ne modificano il concetto. L’abbondanza di natura incontaminata in Alaska rende ancora più paradossale l’idea di proprietà terriera, dato che le popolazioni indigene usavano e abitavano la terra senza pensare al possesso.

Una collana di perle

Il sessantesimo parallelo diventa una collana di perle, dove ciascun Paese rappresenta un Nord distinto ma con sfumature di luce simili. Le descrizioni di Tallack dei paesaggi, come visti da lontano, rivelano qualcosa di profondamente personale e comune a ogni essere umano.

Il libro Il grande Nord si collega alla tradizione letteraria di autori come Macfarlane e Chatwin, ma esplora un territorio dove il confine tra il personale e il pubblico è sottile. Il suo viaggio è un’analisi sociale e storica del nostro tempo, ma allo stesso tempo un’esplorazione della perdita e del significato del luogo di appartenenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *