L’orizzonte verticale: recensione del libro di Stefano Bartezzaghi

Chi non ha mai preso in mano un cruciverba almeno una volta nella vita? Quei piccoli enigmi fatti di caselle bianche e nere sembrano semplici passatempi, ma, nel libro L’orizzonte verticale, Stefano Bartezzaghi ci svela quanto questi rompicapi siano in realtà pezzi di storia. Non solo uno svago da fare in metropolitana o in poltrona, ma un fenomeno culturale che ha attraversato il Novecento fino ai giorni nostri. In questa recensione scopriamo il viaggio intrapreso da Bartezzaghi per raccontare la storia del cruciverba e il mondo che lo ha generato.

Un viaggio nella storia del cruciverba

Bartezzaghi dipinge il cruciverba come un elefante invisibile nel salotto della comunicazione: è ovunque, ma spesso non gli si dà il giusto riconoscimento. Nato nella New York degli anni Dieci, in un periodo di innovazioni intense, questo gioco di parole si è sviluppato insieme a movimenti artistici come il cubismo, la musica jazz e l’ascesa del giornalismo moderno.

L’autore ci guida attraverso una metropoli in fermento, dove ogni cosa sembra collegata da fili invisibili, proprio come le caselle di un cruciverba che si intrecciano tra loro per dare senso a un insieme altrimenti frammentato.

L’arte del gioco di parole

Quello che potrebbe sembrare un passatempo è in realtà un’opera complessa e raffinata. Bartezzaghi ci invita a guardare oltre la superficie della griglia vuota, fatta di linee e spazi bianchi. Una volta riempita, quella stessa griglia si trasforma in un caleidoscopio di significati, capace di mescolare alfabeti, culture e mondi diversi.

La bellezza del cruciverba risiede nella sua capacità di stimolare la mente, mettendo alla prova conoscenze e intuizioni, e regalando a chi lo risolve una soddisfazione personale che va ben oltre il semplice gioco.

La metropoli come sfondo

L’ambientazione del libro è la città moderna, con i suoi ritmi frenetici e le sue mille voci. La metropoli diventa parte integrante della storia del cruciverba. I giornali, i mezzi di trasporto, i grattacieli: ogni elemento contribuisce a creare l’atmosfera di un’epoca in cui tutto sembra possibile e in cui anche un semplice gioco può diventare una chiave per comprendere il mondo. Bartezzaghi ci trasporta in questo ambiente pulsante, dove ogni cosa è interconnessa, proprio come le parole di una definizione trovano la loro corrispondenza nella griglia.

L’orizzonte verticale è un viaggio nel cuore del Novecento, tra innovazioni, arte e cultura popolare. Bartezzaghi riesce a rendere omaggio a questo passatempo, dimostrando quanto sia stato fondamentale per la comunicazione e la cultura di massa. Un libro che ci invita a guardare oltre la superficie, a scoprire le connessioni nascoste tra le parole e a meravigliarci della complessità che può nascondersi dietro qualcosa di apparentemente semplice.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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