Perché Arthur Conan Doyle decise di uccidere Sherlock Holmes? La storia e le proteste dei lettori
Arthur Conan Doyle, celebre autore scozzese, è noto soprattutto per aver creato il leggendario detective Sherlock Holmes, il famoso inquilino del 221B di Baker Street. Ma non tutti sanno che Conan Doyle nutriva un profondo odio per il suo personaggio. Questo sentimento nasceva dal fatto che Doyle desiderava essere riconosciuto come un grande romanziere storico, ma la fama di Holmes oscurava i suoi altri lavori.
Il risentimento di Arthur Conan Doyle
Conan Doyle scrisse numerosi romanzi storici, tra cui La compagnia bianca e La grande ombra. Nonostante la sua aspirazione a essere ricordato per queste opere, fu Sherlock Holmes a garantirgli fama mondiale. Doyle, però, si sentiva intrappolato da questo successo. Secondo la storica Lucy Worsley, il successo di Holmes impedì a Doyle di ottenere il riconoscimento che desiderava come autore di romanzi storici.
La decisione di uccidere Sherlock Holmes
Nel 1893, Doyle decise di uccidere il suo famoso detective per liberarsi dall’ombra del suo personaggio. Scrisse The Final Problem (L’ultima avventura), dove Holmes muore combattendo il suo arcinemico, il professor Moriarty, nelle cascate di Reichenbach. Doyle sperava che questa conclusione epica gli permettesse di concentrarsi sui suoi amati romanzi storici e altre opere letterarie che considerava “più serie”.
La reazione del pubblico
La morte di Sherlock Holmes scatenò una reazione imprevedibile tra i lettori. La data di pubblicazione del racconto, il 4 maggio 1891, venne ricordata come un giorno di lutto. I fan piangevano per le strade di Londra e annullavano i loro abbonamenti alla rivista Strand Magazine, che pubblicava le storie di Holmes. Doyle fu sommerso dalle richieste degli editori di riportare in vita il detective.
La rinascita di Sherlock Holmes
Circa un decennio dopo, sotto forte pressione, Doyle accettò di far resuscitare Holmes. Un editore americano gli offrì una somma considerevole, equivalente a 1,6 milioni di dollari odierni, per scrivere un nuovo libro con il detective. Questo portò alla pubblicazione de Il mastino dei Baskerville nel 1902, ambientato prima della morte di Holmes.
Il ritorno di Sherlock Holmes
L’accoglienza positiva de Il mastino dei Baskerville non placò la sete di avventure dei lettori. Così, nel 1903, Doyle resuscitò definitivamente il suo personaggio con L’avventura della casa vuota, inaugurando la serie Il ritorno di Sherlock Holmes. La spiegazione della sopravvivenza di Holmes fu semplice: il detective non era veramente morto nelle cascate di Reichenbach.
Nonostante il risentimento, Doyle continuò a scrivere le avventure di Sherlock Holmes, sentendosi ormai quasi schiavo del suo stesso personaggio. Questo contrasto tra desiderio personale e successo pubblico segnò profondamente la vita di Conan Doyle. Morì nel 1930 a settantuno anni, lasciando un’eredità letteraria dominata dal suo famoso detective.
Il personaggio vive ancora oggi attraverso film, serie TV e vari adattamenti. Sherlock Holmes sopravvisse persino alla volontà del suo autore, mantenendo la sua astuzia e la genialità che lo hanno reso un fenomeno culturale senza tempo.