Preghiera del non credente: recensione del libro di Vittorino Andreoli

Preghiera del non credente, di Vittorino Andreoli, propone una riflessione intensa sulla possibilità di rivolgersi a Dio anche in assenza di certezze. L’autore, psichiatra di grande notorietà, adotta un linguaggio chiaro e accessibile, così da coinvolgere tutti.

Il lettore si trova di fronte a un libro che stimola la curiosità interiore, invitando a soffermarsi sulle domande più profonde dell’esistenza. Andreoli, nel corso delle pagine, si rivolge a Dio in modo diretto in un dialogo immaginario, manifestando dubbi e inquietudini che appartengono a una parte dell’umanità.

L’idea centrale dell’opera

Nel volume, lo psichiatra veronese si interroga sulla natura della preghiera, ritenendola un canale di contatto con le dimensioni più intime dell’essere umano. Questo concetto si estende oltre il tradizionale atto di fede: diventa un momento in cui l’individuo, pur non professandosi credente, ammette di cercare risposte superiori. La scrittura nasce da un lungo periodo di riflessione, e ogni pagina reca traccia di un confronto costante tra ragione e desiderio di trascendenza.

Il dialogo immaginario con Dio

Uno degli elementi più affascinanti è la conversazione diretta con la figura divina. Andreoli espone paure, speranze e richieste, creando un botta e risposta che a tratti si fa persino pungente. Emerge l’immagine di un Dio che replica offrendo spunti di riflessione imprevedibili.

Questa forma di colloquio è capace di accendere la curiosità di chi legge, perché mette in scena un confronto vivo e genuino, in cui le certezze vacillano e lo spirito critico trova spazio per esprimersi.

Un viaggio nell’interiorità

Le pagine si popolano di considerazioni sulla fragilità dell’essere umano e su quel senso di fratellanza che scaturisce proprio dall’accettazione dei limiti personali. L’autore non si ferma a una disamina religiosa, ma approfondisce la necessità di dare significato alla nostra vita, anche quando si brancola nell’incertezza.

La preghiera, qui, non è proposta come rito formale, ma come anelito di chi sente il bisogno di rivolgersi a qualcosa di più grande. In queste pagine, coloro che desiderano trovare un senso all’esistenza, anche in mancanza di un dogma, possono riconoscersi e scoprire un senso di condivisione.

Gianluca Rini

Sono laureato in Comunicazione e Multimedia e in Scienze Turistiche, ho conseguito un Master in Giornalismo e Comunicazione. I miei interessi vanno dalla tecnologia a tutto ciò che riguarda la cultura.

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