Principio d’estate: la poesia intensa di Umberto Saba

Umberto Saba, nel suo componimento Principio d’estate, dipinge un quadro “terapeutico” dell’arrivo della bella stagione. Nonostante il caldo soffocante, il poeta trova un “refrigerio esistenziale” osservando dalla sua finestra il sole che “indora la città” e “brilla nel mare.”

L’estate come rito di passaggio psicologico

L’estate rappresenta un rito di passaggio anche a livello psicologico. Il sole porta luce a chi soffre di “male dell’anima.” Per Saba, il male esistenziale è il fondamento del suo essere poeta, elemento che ha plasmato tutta la sua poetica. La connessione tra malattia e poesia, tra malessere psichico e creatività, è l’essenza della sua opera.

La gioia portata dall’estate

Attraverso Principio d’estate, Saba trasmette una sensazione di gioia, felicità e benessere, una visione inaspettata per la sua anima e la sua psiche. Immaginiamo la scena: il poeta guarda il mare dalla finestra della sua casa a Trieste e, in quel momento, si rende conto di non provare sofferenza, ma di sperimentare una pace esistenziale.

Dolore, dove sei? Qui non ti vedo;
ogni apparenza t’è contraria. Il sole
indora la città, brilla nel mare.
D’ogni sorta veicoli alla riva
portano in giro qualcosa o qualcuno.
Tutto si muove lietamente, come
tutto fosse di esistere felice.

Il sole e il mare come fonti di benessere

Questo momento di benessere incanta Saba. Il senso del Principio d’estate è proprio qui: Saba si meraviglia, le apparenze che osserva sono l’opposto del dolore, sono gioia. Il protagonista di questo stato di benessere è “il sole,” che illumina la città e “brilla nel mare.” Anche la visione del mare è un elemento fondamentale di ispirazione per il poeta.

Saba immagina il porto a Trieste, con il costante movimento di navi che trasportano persone e merci. Questo movimento crea in lui una sorta di esaltazione. Per chi vive la “separazione” e l’auto-isolamento, l’ardore della città in movimento non può che portare gioia.

L’illusione della felicità

Saba sa che immergersi in un’atmosfera di questo tipo gli mette a disposizione una felicità apparente. La percezione di esistere felicemente gli sembra un’illusione, un’esperienza straordinaria per chi soffre il “mal di vivere.” I momenti di gioia sono rari rispetto alla sofferenza interiore, e questo “come” assume un significato speciale per Saba.

Il dolore e la felicità come contrasti

La frase “dolore dove sei?” all’inizio della poesia Principio d’estate si collega inevitabilmente allo stato psicologico dell’autore e delle persone di quel periodo. In una città come Trieste, si avvertiva la situazione che stava per colpire l’Europa e il mondo.

La città di Trieste, a causa della posizione in cui si trova, viveva gli influssi che arrivavano dal mondo austriaco e da quello tedesco. Quando Saba osserva dalla sua finestra quello splendore estivo e la vita che si muove in città, si chiede come sia possibile tutto ciò in un momento in cui il mondo sembra precipitare verso il baratro.

Saba celebra la vita e denuncia la follia degli uomini. Per lui, è inaccettabile che di fronte a tanta bellezza, gli uomini seminino odio e violenza. Tutto è fuori rispetto al contesto sociale dell’epoca. Mentre tutto scorre come se nulla fosse, il peggio stava accadendo.

Un passaggio tra le stagioni

Principio d’estate segna il passaggio da una stagione di tranquillità a una nella quale il mondo conoscerà una tragedia. C’è sempre un legame tra la nevrosi di Saba e la realtà che lo circonda; la sua capacità di concepire la psicoanalisi rende la poesia un manifesto di ciò che stava avvenendo.

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